Per quanto riguarda il sonno, mia figlia è abituata a dormire nel lettino della sua camera da quando aveva sei mesi. Al momento della messa a letto abbiamo creato una nostra routine che ultimamente prevede un librino da sfogliare insieme per poi andare sotto le coperte sentendo ancora delle parole sussurrate, come le canzoncine della ninna nanna (stella stellina…).
Capita durante la notte che si svegli piangendo o semplicemente chiamandoci. Le basta una carezza o un abbraccio per rimettersi a dormire. Alcune volte ci chiede la mano per qualche minuto prima di riaddormentarsi.
Non negherei mai a mia figlia di due anni questo momento che nel cuore della notte, chissà se dal risveglio da qualche sogno strano, le ricorda che noi ci siamo sempre. Che le conferma che, se anche è da sola nel suo lettino, basta chiamare per vederci arrivare. Non ho alcune timore che questo possa trasformarsi in vizi o capricci. Credo di riuscire a capire le diverse casistiche.
Parafrasando il titolo del bel libro “Se ti abbraccio non aver paura”, che vi consiglio di leggere, mi immagino tanti bambini con una maglia con la scritta:
“Se mi abbracci non aver paura (di viziarmi)”.