Chi imputa alla Bossi-Fini la responsabilità della “strage” a Lampedusa, è solo un mentitore ed uno sciacallo. Vi documentiamo il perché

Creato il 14 ottobre 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1
Davanti alla tragedia   consumatasi giorni or sono al largo di Lampedusa, da subito, vari esponenti della sinistra hanno iniziato a strumentalizzare l’accaduto per sferrare un duro attacco alla legge Bossi-Fini. Con questi argomenti:
«Nessuno s’indigni se i pescatori non soccorreranno i migranti naufraghi. Può essere normale visto che esiste una legge assassina che incrimina il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e, dunque,punisce di fatto chi aiuta gli immigrati irregolari in mare», Marisa Nicchi, parlamentare di Sinistra, Ecologia e Libertà.
Secondo gli accusatori, dunque, se uomini e donne, a centinaia, sono morti a causa di una tragica fatalità – un incendio divampato su un’imbarcazione che ha spinto i passeggeri a riversarsi frettolosamente in mare provocando il capovolgimento del natante e la propria condanna a morte, ahinoi –, la colpa sarebbe da ascriversi alla legge promulgata un lustro fa dal centrodestra, perché essa incrimina il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Come se questa incriminazione non fosse già prevista nella legge Turco-Napolitano, approvata nel 1998 dal governo Prodi, di cui la Bossi-Fini, in alcune parti, è una mera fotocopia.

Articolo 12 della legge 286 del 1998 (la cosiddetta Turco-Napolitano), a proposito del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina:
Comma 1 – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque in violazione delle disposizioni del presente testo unico compie atti diretti a procurare l’ingresso nel territorio dello Stato di uno straniero ovvero atti diretti a procurare l’ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non é cittadina o non ha titolo di residenza permanente, é punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 15.000 euro per ogni persona.

Comma 3 – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarre profitto anche indiretto, compie atti diretti a procurare l’ingresso di taluno nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni del presente testo unico, ovvero a procurare l’ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non é cittadina o non ha titolo di residenza permanente, é punito con la reclusione da quattro a quindici anni e con la multa di 15.000 euro per ogni persona.
Ecco, ora, le stesse disposizioni come modificatedall’articolo 11 della legge 189 del 2002 (la Bossi-Fini):
a) il comma 1 è sostituito dal seguente:
«1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato,chiunque in violazione delle disposizioni del presente testo unico compie atti diretti a procurare l’ingresso nel territorio dello Stato di uno straniero ovvero atti diretti a procurare l’ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 15.000 euro per ogni persona»;
b) il comma 3 è sostituito dal seguente:
«3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato,chiunque, al fine di trarre profitto anche indiretto, compie atti diretti a procurare l’ingresso di taluno nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni del presente testo unico, ovvero a procurare l’ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa di 15.000 euro per ogni persona. La stessa pena si applica quando il fatto è commesso da tre o più persone in concorso tra loro o utilizzando servizi internazionali di trasporto ovvero documenti contraffatti o alterati o comunque illegalmente ottenuti».

Tali norme, com’è di tutta evidenza, sono praticamente identiche; e finalizzate a punire sologli scafisti, i “contrabbandieri d’esseri umani”. Non certo chi presta soccorso ai migranti in pericolo di vita. E qui veniamo all’altra contestazione mossa alla Bossi-Fini.

Questa legge, checché ne dicano i detrattori, ha lasciato in vita il comma 2 dell’articolo 12 della precedente normativa (la Turco-Napolitano). Che recita:

2. Fermo restando quanto previsto dall’art. 54 del codice penale, non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato.
Lo ha sottolineato all’Ansa, qualche giorno fa, anche un avvocato palermitano esperto di diritto dell’immigrazione, Giorgio Bisagna:
«I pescatori che aiutano i migranti in mare in difficoltà non compiono reato e quindi non sono perseguibili penalmente. E lo prevede sia il codice della navigazione che la tanto criticata legge Bossi-Fini».
«La Bossi Fini del 2002 è una legge che ha modificato in parte un Decreto Legislativo del 1998, già Legge 40 dello stesso anno, la cosiddetta Turco Napolitano. L’articolo 12 comma due prevede che ‘fermo restando quanto previsto dall’articolo 54 del codice penale , non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato».
Non solo.
Nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre del 1996, quando evidentemente la Bossi-Fini non era ancora in vigore, a poca distanza da Portopalo di Capo Passero, località marittima in provincia di Siracusa, ebbe a verificarsi un naufragio analogo a quello di Lampedusa e in cui persero la vita 283 persone; e che, come sottolinea Wikipedia: «rappresentò all’epoca la più grande tragedia navale del Mediterraneo dalla fine della Seconda guerra mondiale, e rimase tale sino alla Tragedia di Lampedusa, verificatasi il 3 ottobre 2013. Avvenne nella notte tra il 24 e il 25 dicembre ed è per questo conosciuta anche con il nome di Strage di Natale».
Per le ragioni esposte, dunque, chi imputa alla Bossi-Fini la responsabilità della “strage” verificatasi qualche giorno fa a Lampedusa, è solo un mentitore ed uno sciacallo. http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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