Chi l’avrebbe mai detto al povero Quintino Sella…

Creato il 17 settembre 2015 da Apregesta7 @regesta_ap

“Al centro della capitale, sul colle del Quirinale tra via Veneto e la stazione Termini è stata scoperta una dimora arcaica risalente all’inizio del VI secolo a. C. Questa antica abitazione situata all’interno di palazzo Canevari – ex Istituto Geologico – si presenta come una delle più importanti scoperte archeologiche avvenute a Roma negli ultimi anni, e induce a rivedere le nostre conoscenze sullo sviluppo della città tra VI e V secolo a. C.”… Il comunicato della Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l’area archeologica di Roma ha rinnovato l’interesse per l’intera area e per il palazzo all’interno del quale vi è lo scavo: si tratta del Palazzo Canevari, l’edificio voluto da Quintino Sella – ministro delle finanze, ingegnere minerario e per alcuni anni consigliere comunale della capitale del nuovo stato – per ospitare il Museo Geologico e l’ufficio Geologico incaricato di realizzare, con la direzione del Corpo Reale delle Miniere, la carta geologica d’Italia.

E proprio per quel palazzo – cartolarizzato nel 2003 per far cassa e dopo diversi passaggi tornato di proprietà dello Stato tramite la Cassa Depositi e Prestiti che vuole farne uffici per i propri dipendenti – Italia nostra ha rivolto un appello – rilanciato anche dalla Società Geologica Italiana – al ministro Franceschini perché esercitasse entro il 15 settembre scorso un diritto di prelazione sull’edificio.

L’obiettivo è quello di “recuperare alle funzioni originarie il prestigioso edificio riportando al suo interno le Collezioni geologiche e storiche”, da anni imballate e trasferite (più volte) nei magazzini dell’ISPRA e ricostituire il Museo geologico nazionale voluto da Sella e con questa destinazione d’uso realizzare un presidio per l’educazione alla tutela del territorio.

Già perché è proprio questo il punto: come sottolineò con una serie di articoli  – consultabili online nell’archivio che conserva testi e materiali di lavoro di Antonio Cederna – negli anni Ottanta il fondatore di Italia Nostra, intervenendo per denunciare lo stato di incuria e abbandono in cui versava il palazzo nel 1984 , “un paese civile dovrebbe mostrare la massima cura e il massimo interesse per un servizio di stato” – il Servizio Geologico d’Italia – che ha il compito di “provvedere alla conoscenza capillare del territorio per prevenire le cosiddette catastrofi naturali e contenere i danni dei terremotiprovvedere alla cartografia geologica e fornire la consulenza agli enti locali”. Oltre ai pericoli per l’incolumità dei dipendenti Cederna denunciava l’immenso danno al patrimonio culturale conservato: alla biblioteca di 250000 volumi, alle “preziosissime collezioni di marmi e di fossili (oltre 60.000 pezzi) tra le più importanti d’Italia e d’Europa” (La Repubblica, 31 luglio 1984); un anno dopo Cederna tornava a denunciare, con le associazioni ambientaliste, l’assenza di una legge quadro di difesa del suolo, di politiche di prevenzione e risanamento contro l’urbanizzazione selvaggia, la cementificazione e l’impermeabilizzazione del territorio “premessa di nuove catastrofi a venire”.
Cederna registrava però qualche iniziativa positiva contro lo stato comatoso del servizio geologico nazionale (Repubblica del 16 ottobre 1985) ma già il mese successivo – il 29 novembre 1985 – titolava con rabbia:” Chiuso per sfratto il servizio geologico ora in Italia c’è libertà di frana” e descriveva il personale riunito in portineria (“Son cose che a raccontarle nessuno ci crederebbe: chi l’avrebbe mai detto al povero Quintino Sella quando nel 1873 fondò il Servizio geologico”)….In un articolo del 29 gennaio 1987 Cederna sembrava quasi tirare un sospiro di sollievo perché in conferenza stampa si era parlato a lungo finalmente della condizione del Servizio geologico. Chi aveva affrontato la questione? Il ministro dell’Ambiente dell’epoca…si chiamava Francesco De Lorenzo.


Per approfondire la storia del palazzo e delle collezioni geologiche e storiche dell’Italia unita clicca qui; sull’Ufficio geologico la descrizione dell’Archivio capitolino