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Chi nasce in Italia è italiano, chi paga le tasse ha diritto di voto. Parte la campagna per i "nuovi italiani"

Creato il 23 giugno 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlog

di David Incamicia |
Introduzione del principio dello jus soli, cittadinanza italiana a chi è nato in Italia e possibilità di acquisirla da maggiorenne per chi vi è entrato entro il decimo anno di vita, diritto di voto per gli stranieri per le elezioni degli enti locali dopo cinque anni di soggiorno, cittadinanza come diritto e maggiori competenze ai sindaci. Sono i punti qualificanti della campagna per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera lanciata da 19 organizzazioni della società civile raccolte sotto il logo “L’Italia sono anch’io”. La campagna ha lo scopo di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilità per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità di cui fa parte.
Oggi nel nostro paese vivono oltre 5 milioni di persone di origine straniera. Molti di loro sono bambini e ragazzi nati o cresciuti qui, che tuttavia solo al compimento del diciottesimo anno di età si vedono riconosciuta la possibilità di ottenere la cittadinanza, iniziando nella maggior parte dei casi un lungo percorso burocratico. Questo genera disuguaglianze e ingiustizie, limita la possibilità di una piena integrazione, disattende il dettato costituzionale dell'art. 3 che stabilisce l’uguaglianza tra le persone e impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno raggiungimento. I promotori della campagna intendono allora contribuire a rimuovere questi ostacoli, attraverso un’azione di sensibilizzazione che inizia ora, ma soprattutto attraverso la modifica dell’attuale legislazione che codifica le disuguaglianze. Per questo, dall’autunno 2011 promuoveranno la raccolta di firme per due leggi di iniziativa popolare: una di riforma dell’attuale normativa sulla cittadinanza, l’altra sul diritto di voto alle elezioni amministrative.
La campagna è promossa da Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, Emmaus Italia, Fcei - Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco, e può contare anche sull'adesione dell’editore Carlo Feltrinelli. Il presidente del Comitato promotore è il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio.     Per i promotori, dietro questa iniziativa c’è un’istanza etica, vale a dire il dovere di dare risposte ai minori nati nel nostro Paese. C'è poi un elemento di opportunità: l'Italia invecchia sempre di più e i 500 mila minori che da domani possono diventare cittadini italiani (ragazzi nati in questo Paese, che studiano e vivono qui la loro vita, che di fatto sono e si sentono già italiani pur dovendo fare i conti con una legge che non li riconosce) rappresentano un enorme patrimonio da utilizzare al servizio della comunità nazionale. Sono, in partica, un elemento di coesione sociale "a costo zero". Ma la nostra politica, che rimane sorda ai richiami dei giovani italiani figli di italiani (solo per questo considerati non "alieni"), in crescente affanno dal punto di vista delle prospettive economiche e occupazionali, sarà mai in grado di cogliere l'opportunità delle migliaia di "nuovi italiani" di differente origine etnica?           Fonte: http://social.tiscali.it/

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