Il fatuo quotidiano è una parodia che mi sono inventato tempo fa, un po’ per parodiare una testata che non amo, molto per parodiare quella nuovo corso del giornalismo contemporaneo che, per essere moderno, fa tantissimo colore e poca informazione.
Torino è stata la culla di tante innovazioni nazionali, ormai diventato un luogo comune così come lo è il fatto, conclamato, che tutto quello che nasce a Torino è destinato ad abbandonare il tetto familiare e a trovare maggiore fortuna altrove. ( Ma di questo ne avevo già conversato con Fabrizio Vespa qui ) .
Non fa eccezione neppure la televisione commerciale che a Biella e Torino, come a Milano sicuramente, ha mosso i primi entusiastici passi, insieme a evangelisti del libero mercato, antimonopolisti che, partiti da una romantica battaglia libertaria erano già destinati a scioglersi nei conflitti d’interesse di quel Re del monopolio stalinista che tutti conoscono.
Giorgio Levi ha mantenuto sempre una coerenza romantica, forse anche per via di una certa indole contemplativa che gli fa preferire, alle arringhe e alla competizione fine a sè stessa, i campi del golf con gli scoiattoli che spostano le palline come se fossero noci bianche da portarsi in letargo.
Un personaggio straordinario e inaspettato, un vero affabulatore intelligente e colto, un testimone vero di un ‘epoca che ha segnato la storia, non soltanto del costume e dello spettacolo, ma anche delle scelte sociali e politiche che hanno colorato, o ingrigito, la storia del nostro paese.
Con Samantha Leone lo abbiamo incontrato al circolo della stampa Sporting a Torino, vicino allo stadio Olimpico, in una mattinata che non voleva saperne di scaricare la tempesta di neve preelettorale.
Era Jim Gannon che tratteneva il fiato e che ci guardava, incuriosito, dalla sua nuvola di sigaro.