Sarà una gara a 3, maschi (e attempatelli): David Sassoli che ha incassato l’appoggio di Umberto Marroni deputato, capogruppo in consiglio comunale, quello che insieme a Storace e Casa Pound, per capirci, imbratta Roma di manifesti ogni giorno. La leggenda dice che se Sassoli farà il sindaco, Marroni si dimetterà da deputato per fare l’assessore all’urbanistica. E non aggiungo altro. Non voterò David Sassoli perché (guardate pure la foto) ha già i vizi peggiori della parte peggiore del partito romano e non è riuscito a sciogliersi da quell’appoggio mortale che gli porterà tanti voti alle primarie, quello sì. Ma non nel mio nome. Non lo votate. Aggiungo: avrò grosse difficoltà a votarlo anche se dovesse vincere le primarie (è questione di lealtà alla città, scusatemi), ma ne riparleremo.
Restano Ignazio Marino (candidatura con fortissima valenza simbolica, anche se non mi fa impazzire che ci sia dietro il solito Goffredo Bettini) e Paolo Gentiloni (mediaticamente quello più debole, afflitto dall’essere identificato – forse troppo – con la politica romana (chi non tornerebbe al primo Rutelli, se potesse?), ma per competenza il migliore).
E restano meno di 15 giorni. Ci aggiorniamo.
p.s. Oltre tutto leggendo il Codice Etico, art.4 e guardando i muri di Roma, Sassoli dovrebbe essere automaticamente espulso dalle primarie.