Prima scuola, la più in voga, la più arzilla, la vincente dai tempi di Nabucodonossor fino alla rivoluzione francese, insegna così: paghino meno i ricchi. Più i ricchi sono ricchi, più i poveri troveranno gran quantità di avanzi sotto le loro tavole. Ai poveri le briciole fanno buon pro, e se gli rimane un po' di appetito, meglio, che così non pensano ad altro che a cercar briciole e non hanno tempo per uggiosi pensieri. Nei tempi moderni, questa teoria viene enunciata con termini meno terra terra, ma la sostanza rimane: se i ricchi spendono tanto c'è bisogno di un mucchio di operai che fabbrichino le cose che loro comprano. L'occupazione aumenta e alla fine tutti vanno a star meglio. Naturalmente a sostenere questa teoria sono i ricchi e gli economisti e i governanti a loro vicini.
La seconda scuola dice così: facciamo pagare il meno possibile i poveracci e il ceto medio. In questo modo decine di milioni di cittadini, e non solo un pugno di privilegiati, potranno soddisfare i loro bisogni. Non potranno mai comperare auto di lusso o yacth, ma una quantità straordinaria di beni e di servizi utili e interessanti.Saranno milioni di persone più felici e più sane, disposte all'ottimismo e a lavorare meglio e di più. Va detto che questa seconda scuola è assai più giovane della prima e assai meno potente oggi come oggi.
In verità fino a poco più di cento anni or sono, i poveri tendevano a risolvere la questione delle troppe tasse facendo, quando proprio non ce la facevano più, una rivoluzione. Spesso gli andava male, qualche volta invece bene, ma alla fine hanno considerato che mettere su una scuola di pensiero e provare a farla primeggiare era senz'altro più economico e soddisfacente di un putiferio dagli esiti a dir poco nebulosi.
Il vero banco di prova per il governo Monti sarà proprio questo: applicherà la prima o la seconda teoria?Io penso di avere la risposta, ma non ve la dico...