Chi perde paga (Finders Keepers) – Stephen King

Creato il 10 ottobre 2015 da Diletti Riletti @DilettieRiletti

Chi trova tiene, chi perde piange. 

Questo proverbio è all’origine del titolo – Finders keepers– dell’ultimo romanzo di Stephen King, sèguito della trilogia iniziata con Mr. Mercedes; qui ritroviamo i protagonisti del primo libro, Bill Hodges, Jerome e Holly, in un ruolo da comprimari e da agenti risolutori di un intreccio che ha origine circa quarant’anni prima.

Uno scrittore misantropo -che ricorda più che casualmente Philip Roth- si è ritirato dal mondo, lasciando in sospeso la vita letteraria del suo personaggio, Jimmy Gold, al terzo libro. Come se Elena Ferrante avesse deciso di mollare Lina e Lenù a mezza strada, senza concluderne la storia, gettando nel panico molte migliaia di lettori. Il problema di Rothstein, ormai ritirato da quindici anni a vita privatissima, è appunto un lettore deluso e “assetato”. Certo, Morris Bellamy non è un lettore qualunque, ossessivo e ossessionato com’è da Jimmy Gold e deciso ad appropriarsi di quello che di certo Rothstein ha scritto e mai pubblicato. Molto deciso. Un lettore Numero Uno, citando la protagonista di Misery.

Annie Wilkes – Misery

Di solito evito di addentrarmi nella trama, ma in questo caso è necessario: dopo aver rubato e nascosto i taccuini segreti e i soldi di Rothstein (certo, dopo averlo ucciso), Morris non potrà soddisfare la sua brama di lettura per quasi quarant’anni. Che trascorrerà in cella,  come un animale in gabbia, rannicchiato ma furioso.

In questo lunghissimo lasso di tempo, mentre Morris conta le volte in cui viene sodomizzato pensando ai giorni che lo separano dalla lettura dei “suoi” taccuini, qualcun altro metterà le mani sul suo tesssoooorooo, un lettore altrettanto appassionato che, per uno scherzo del destino, abita nella casa che un tempo era di Morris. La narrazione si sposta a circa quattro anni dopo la strage messa in atto da Mr Mercedes, mentre persistono ancora gli echi della strage e le sue nefaste conseguenze. Ed è solo a questo punto che appaiono nuovamente Hodges e i suoi amici. Ma con la trama mi fermo qui, perché ho detto sin troppo.

Questo libro è stato annunciato come un omaggio di Stephen King ai lettori come voi e me, quelli cioè che per i libri nutrono una passione della quale noi stessi non smettiamo di meravigliarci, quelli che a volte si sentono dei marziani in un mondo che legge sempre meno, quelli che in un libro o in un personaggio esistono, amano, detestano, ardono di una vita più reale persino di quella vissuta. Quelli che, come me e come Annie Wilkes e come lo stesso King, si innamorano dell’autore perché ha scritto quelle parole e si innamorano delle parole perché come dita invisibili toccano corde invisibili a chiunque. Quei lettori che a volte hanno paura della loro folle passione. E a volte si lasciano da essa dominare.

Ed in effetti Chi perde paga (ma perché non Chi trova tiene? mah…) è un metaracconto disseminato di riferimenti e descrizioni di sensazioni che sono continui clin d’oeil al lettore, archetipo che include il famoso Fedele Lettore di King, ma anche i fedeli lettori di Rothstein e i lettori Numero Uno. Quelli, per intenderci, che gli scrittori come Rothstein/Roth o King amano e odiano furiosamente, perché si sentono perennemente in debito con loro.


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