Giorni fa il Governo del Tanzania ha finalmente riconosciuto ,almeno formalmente, al popolo degli Hazda i diritti territoriali.
La cerimonia si è svolta nella città di Domongo.
Ma chi sono gli Hazda?
Sono un popolo di raccoglitori e cacciatori, circa 1500 persone, che abitano alcune terre nord-occidentali del Paese.
Essi vivono molto semplicemente, in una condizione simile a quella dei primordi dell'umanità, cibandosi essenzialmente di ciò che trovano,dalle erbe alle radici, al miele.
E si nutrono anche di piccoli animali, di cui vanno a caccia in gruppo.
Parlano una lingua a schiocco e sono di un indifeso sorprendente nei confronti di chi li avvicina.
Per questo motivo, in un periodo in cui il bianco o il coloured, qualunque sia la sua nazionalità, va a caccia di terre per il business dell'agricoltura, il Governo tanzaniano è dovuto scendere in campo a difesa degli Hazda.
Diciamo che accattivarsi la fiducia degli Hazda non è difficile, ovviamente dopo l'iniziale scontata diffidenza.
E ,purtroppo, ciò per gli Hazda non sarebbe nient'altro che solo l'inizio della loro fine.
Infatti, già a partire dagli anni '50, le difficoltà di sopravvivenza sono andate via via aumentando per essi per il sopraggiungere e l'insediamento, nella zona, di gruppi di pastori in transito con il loro bestiame.
Gli Hazda in questa loro battaglia per il riconoscimento dei loro diritti sono stati inizialmente appoggiati da numerose Ong locali e internazionali come Ujammaa Community e Resource Team, dopo essere stati anche oggetto di studio da parte di eminenti antropologi ed etnografi di diverse università straniere (vedi California), che hanno trascorso con loro lunghi periodi di osservazione degli usi e costumi.
L'obiettivo raggiunto, se non vogliamo parlare di vittoria, è dunque importantissimo.
Stiamo ora a vedere le successive fasi organizzative che questo popolo sarà poi in grado di progettare e gestire ,in questo spazio di ampia autonomia ricevuto, giust'appunto, in questi giorni.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)