Ma chi c’è dietro questo movimento?
Ecco cosa dicono i giovani: “Ci hanno scritto che non potevamo accettare le amicizie dei politici, che l’iniziativa è un’operazione di marketing, che dietro c’è Davide Faraone e tanti altri. Hanno parlato di eminenze grige e di menti diaboliche. Si sono persino cimentati in un confronto improbabile di manifesti. Una sorta di perizia calligrafica che ci fa solo sorridere per dimostrare tesi che non stanno né in cielo né in terra. Noi non siamo con Faraone, né con il rettore Lagalla, né con l’esponente del Pid, Doriana Ribaudo, né con il giovane di Futuro e Libertà, Aricò, né con D’Alì di Forza del Sud, né con il professor Carta, già assessore di Cammarata, e tantomeno con tanti altri politici siciliani”.
La nota termina con il proposito delle Forchette rotte: “Noi pensiamo che è dentro i palazzi della politica che si decide il nostro futuro e vogliamo condizionare la ‘politica’. Dentro quei palazzi noi vogliamo contare. Vogliamo essere una lobby alla pari di quella degli industriali, dei sindacati, dei baroni universitari, degli ordini professionali. Forchette Rotte è un movimento democratico, libero, autonomo che pone ‘la questione giovanile’ al centro della sua azione. Cosa che non fa ormai più nessun partito”.
Verranno ascoltati? Riusciranno a raggiungere i loro obiettivi? Non rimane che aspettare e vedere quali sviluppi avrà il movimento e se veramente sarà capace di condizionare il mondo della politica così come stanno riuscendo a fare i loro pari età di altri paesi europei.