The Last of Us arriva su PlayStation 3, per un finale di stagione col botto!
Il dibattito attorno al videogioco come mezzo di intrattenimento con pari dignità di cinema e musica è un argomento sempre molto caldo, che viene affrontato nelle maniere più disparate su tutti i mezzi di comunicazione. Spesso, purtroppo, in maniera inesatta e con la scarsa volontà di affrontare realmente la discussione, anche a causa di una mancanza di cultura in chi si ritrova ad animare il dibattito. Eppur qualcosa si muove, perché il videogioco non è solo divertimento allo stato puro, e Nintendo ad esempio è maestra in questo, ma gode di sfaccettature enormi in grado di coinvolgere e appassionare una vasta schiera di persone, lasciando il segno in termini di narrazione, musica, grafica e tutto quello che ne consegue. Se a tutti questi presupposti aggiungiamo la legge ferrea secondo la quale gli sviluppatori danno il meglio di sé sopratutto quando le console si avvicinano alla fine del loro ciclo vitale, allora abbiamo The Last of Us, l'ultima opera di Naughty Dog che riscrive in parte i paradigmi classici del genere adventure e diventa, di sobbalzo, un titolo imprescindibile per i possessori di PlayStation 3, e non solo per loro.
Cinema applicato
Pensate ad una stagione della vostra serie TV preferita, dove i protagonisti principali vivono una serie di vicissitudini in ambientazioni tra le più disparate, e durante l'arco del tempo incontrano una serie di personaggi secondari con i quali condividono alcuni momenti per poi vederli morire, scappare o proseguire per la propria strada. Provano emozioni, fanno il doppio gioco, hanno un carattere forte o si arrendono al destino che ha corrotto il mondo circostante. In The Last of Us un misterioso fungo ha creato una pandemia incurabile, che nel corso degli anni ha lasciato le città in uno stato di abbandono e decadimento; per fare un parallelo, un misto tra Io Sono Leggenda e The Walking Dead.
Vivi o muori
L'impatto col sistema di controllo non è molto dissimile da Uncharted e da altri action adventure in terza persona: la visuale è alle spalle, leggermente spostata; l'analogico destro muove la telecamera; i dorsali superiori servono per mirare e sparare; il quadrato si preme per l'attacco ravvicinato, il triangolo per attivare ingranaggi e raccogliere oggetti. Il sistema di animazioni, in gran parte rivisto, e le scelte di design, che tra le altre cose prevedono l'assenza del salto, restituiscono un feeling, però, abbastanza differente dal solito. The Last of Us è un gioco di sopravvivenza: le munizioni sono limitate e Joel deve raccogliere le risorse direttamente sul campo per creare kit medici, molotov, coltelli e altro ancora. Una volta recuperato materiale come alcol, forbici o bende, basta premere il tasto select e dedicarsi alla creazione che avviene in tempo reale e richiede qualche secondo, lasciando i protagonisti allo scoperto col rischio di essere attaccati.
Sul campo di gioco si raccolgono armi come pistole, revolver, fucili da caccia e a canne mozze, un arco e altre ancora, senza sfociare nell'esotico con bazooka o armi-da-fine-di-mondo. Joel può raccogliere anche un vasto campionario di mazze ferrate e armi contundenti, perché il titolo vuole dimostrare con forza di essere ambientato in un mondo violento, adulto e crudo, e questo si riflette anche nei combattimenti.
Proprio riguardo questo aspetto, Naughty Dog ha risolto con grande eleganza il problema classico che affligge i giochi che li usano, e cioè il doversi agganciare o sganciare in automatico, o premendo un tasto apposito, dando luogo ad uno scatto innaturale e magari generando un po' di confusione nei momenti più concitati.
Non è un paese per stolti
The Last of Us non è un gioco facile e propone un ottimo livello di sfida; gli sviluppatori sono riusciti a trasmettere quel senso di impotenza e tensione che caratterizza il mondo circostante, con qualche sussulto sulla sedia ma garantendo del genuino stupore nel partecipare o assistere a quello che succede su schermo. Solo l'intelligenza artificiale si comporta in maniera "strana" e rappresenta l'elemento meno rifinito della produzione. Dicevamo all'inizio che i protagonisti principali spesso incontrano alcuni comprimari che li accompagnano per uno spezzone dell'avventura, e quindi in diverse sezioni si va avanti in tre oppure in quattro persone. In questi frangenti l'intelligenza artificiale sembra ignorare i movimenti dei propri compagni: ad esempio, Joel si muove in maniera assolutamente silenziosa per non essere scoperto mentre i comprimari emettono suoni, corrono da una copertura all'altra o entrano nella linea visiva dei nemici... che li ignorano bellamente. Tutta la gestione stealth sembra essere concentrata infatti solo sul protagonista principale, e se la maggior parte delle volte la cosa non dà fastidio perché magari i comprimari se ne stanno buoni alle vostre spalle e ingaggiano lo scontro solo quando siete scoperti, in almeno un paio di occasioni abbiamo storto il naso per un comportamento tanto irrealistico. Molto più soddisfacenti sono invece le ronde degli avversari che coprono davvero tutta la mappa di gioco, e il loro muoversi di continuo quando c'è uno scontro a fuoco. Magari potevano essere più svegli in presenza di un cadavere, ma non ci si fa troppo caso.
Durante la nostra prova abbiamo portato a termine The Last of Us in 15 ore e 36 minuti a livello Normale, raccogliendo poco più della metà dei manufatti con 66 morti e il 40% delle uccisioni in corpo a corpo. Abbiamo giocato diverse ore anche in modalità Difficile e Sopravvissuto, per appurare come venga amplificato maggiormente quel concetto di sopravvivenza più volte citato in questo articolo.
Il piacere per gli occhi
Un così alto livello di eccellenza non sarebbe stato tale se l'impianto tecnico non fosse stato alla pari con tutto il resto. The Last of Us spreme PlayStation 3 fino all'ultima goccia, e il risultato è spesso a dir poco memorabile. L'impatto visivo non può essere così spiazzante come lo fu per Uncharted 2 a suo tempo, ma basta soffermarsi sulle ambientazioni per rendersi conto di come l'attenzione al dettaglio da parte di Naughty Dog sia eccezionale anche stavolta. Ogni edificio gode di un quantitativo notevole di varietà e dettaglio, le mappe sono grandi e le texture sempre di ottima fattura; gli effetti particellari e atmosferici rendono l'ambientazione viva, le luci e i colori elevano l'impatto del gioco e in generale donano una varietà notevole a ogni scenario. I personaggi sono costituiti da una quantità di poligoni enorme e da un livello di dettaglio che li rende molto carismatici. Attraversare poi Boston, Pittsburgh, la spiaggia all'alba, l'università al tramonto e tutte le altre ambientazioni è un piacere per gli occhi; gli sviluppatori sono stati saggi nel dare al giocatore la possibilità di esplorarli anche senza essere interrotti da combattimenti. Per fare un unico esempio più specifico, ad un certo punto Joel ed Ellie arrivano presso un complesso di case abbandonate avvolte da una vegetazione rigogliosa ma decadente, con una luce del sole all'alba molto fredda. Ogni casa può essere esplorata su più piani; ogni parete ha poster, giocattoli, scritte, mensole e a terra ci sono amenità di ogni tipo, sempre diverse.
The Last of Us è destinato a riscrivere la storia di PlayStation 3
PlayStation 3 accoglie nei suoi ultimi mesi di vita un titolo destinato a riscrivere la storia di questa console. Laddove infatti Uncharted, soprattutto col secondo capitolo, ha saputo essere un videogioco "spaccamascella" estremamente rifinito, divertente e spettacolare, The Last of Us rappresenta per Naughty Dog un deciso passo avanti in termini di maturità, con una narrazione adulta e senza compromessi, affiancata da un gameplay corposo, cruento, coinvolgente. Dal nostro punto di vista è questa la trasposizione e commistione ideale di cinema e videogiochi, più di quanto fatto da Quantic Dream con Heavy Rain perché, in questo caso, il gameplay non viene sacrificato, ma si fonde alla perfezione con le sequenze di intermezzo, i dialoghi dei protagonisti e tutti gli accadimenti che mantengono sempre alta la tensione. Il tutto incorniciato da un comparto tecnico incredibile per varietà e cura del dettaglio. The Last of Us è come la stagione di una serie TV di successo proposta in chiave videoludica: genera empatia verso i protagonisti principali, è avvincente e vi fa avere sempre voglia di guardarla e riguardarla (giocarla in questo caso!), aspettando quello che riserverà un dovuto seguito.
Antonio FucitoPro
- Perfetta commistione tra gameplay e narrazione
- Storia adulta e piena di colpi di scena
- Gameplay avvincente e con gran senso di fisicità
- Tecnicamente impressionante
Contro
- Intelligenza artificiale non rifinita come tutto il resto