Chi trova un amico trova un tesoro.

Da Socialmediares

Campagne contro l’abbandono degli animali.

 Grazie alla legge 189 del 2004, chi uccide o abbandona un animale rischia il carcere. Questo gesto, infatti, è divenuto un reato punibile dalla legge con l’arresto fino ad un anno di carcere e con un’ammenda da 1000 a 10.000 euro. Non esistono significative indagini statistiche e quindi è impossibile fornire dati certi sul fenomeno; sicuramente ogni anno, e non solo in estate, gli animali abbandonati sono centinaia di migliaia e appartengono ad un altissimo numero di specie: cani, gatti, conigli, uccelli, pesci, criceti, tartarughe, furetti, iguana, porcellini d’India, serpenti, persino asini, maialini e piccoli uccelli. Solo i cani e i gatti abbandonati si pensa raggiungano ogni anno il numero di 150.000.

L’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) www.enpa.it è la più antica e una delle più grandi associazioni animaliste italiane. È diffusa capillarmente in tutto il territorio. E’ un Ente Morale, Associazione non lucrativa di utilità sociale ed è riconosciuta Associazione di Tutela Ambientale dal Ministero dell’Ambiente. Ogni anno promuove, sia attraverso le sedi nazionali che quelle regionali, numerose campagne pubblicitarie contro l’abbandono degli animali, campagne veicolate attraverso stampa, radio e tv.

Campagna ENPA 2005.

Gli spot dell’ENPA sono sempre molto forti, caratterizzati da un linguaggio provocatorio e accusatorio ma che, contemporaneamente, vogliono anche toccare il lato sensibile di chi guarda. In questo video un giovane uomo sembra muoversi all’interno di un canile. Ma, dopo un veloce cambio d’inquadratura, appare evidente che siamo in un carcere e che la gabbia è per lui e non per i cani. Questa è una campagna ideata con il patrocinio di Pubblicità Progresso. Lo spot è molto inquietante e, a livello emotivo, rende molto l’idea del cambio di prospettiva e il capovolgimento della situazione. Alla fine del video l’informazione sulla legge 189/04 è resa con parole dattiloscritte su un foglio da una vecchia macchina da scrivere, accompagnata da una musica incalzante che sottintende i battiti dei tasti della macchina stessa. In questo caso diviene molto efficace il tono accusatorio e il tentativo di suscitare sensi di colpa.

Anche questo spot, sempre ENPA ma per il 2007, è altrettanto crudo, sebbene meno violento in quanto vi sono accuse meno dirette; si cerca piuttosto di ricreare una situazione abbastanza comune utilizzando il paradosso, facendo uso di un’amara ironia.

L’OCIM, (Osservatorio Cinologico Multidisciplinare del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali) istituito nel 2001 dal Ministro Pecoraro Scanio, in seguito alla L. 189/04, lancia una campagna di comunicazione partita a Luglio 2005 e terminata a fine Agosto, che aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’abbandono degli animali, divenuto un gesto penale. Lo slogan della Campagna si presentava molto scioccante e di forte suscettibilità emotiva: “Seduto. Cuccia. Muori.” Utilizzare dei comandi utili ed innocui e compararli con quello finale, terribile , sottolinea l’obbedienza cieca del cane al suo padrone e la sua fiducia anche quando lo si manda a morire. Le locandine erano esposte negli autogrill e anche Radio Italia trasmetteva lo spot radiofonico ideato da alcuni cantanti come Francesco Renga, Massimo Di Cataldo, DJ Francesco e tanti altri. Coinvolgere come testimonial dei personaggi ammirati e seguiti dal pubblico si rivela spesso una strategia vincente.

La LAV, (Lega Antivivisezione) www.lav.it è nata nel 1977 e si batte contro ogni forma di sfruttamento e violenza sugli animali, sull’ambiente e sugli ecosistemi e per il rispetto del diritto alla vita di ogni essere vivente. E’ un Ente Morale e una Onlus. Anche la LAV ha prodotto numerose campagne di successo. Nel 2010 ne ha patrocinato due, molto differenti tra loro ma altrettanto efficaci.

Il primo video contro l’abbandono è un video bellissimo, molto divertente se non fosse per l’argomento che tratta, in cui viene ripetuto lo schema di tanti film dove gli animali parlano direttamente agli uomini, minimizzando, attraverso scene di vita familiare, i disordini che può provocare un cane in una casa. L’invito forte che gli animali rivolgono agli uomini è quello di non abbandonarli. Loro non lo farebbero mai. 

Il secondo video è vincitore del Premio Speciale SIAE 2009 per l’impegno sociale e, a differenza di molti video studiati per vincere dei premi e che quindi celebrano solo se stessi, questo video risulta veramente convincente. Il cantante Paolo Belli ha scritto la canzone “Una piccola bestia di razza di cane” collaborando con la LAV e inserendola nel suo nuovo CD, devolvendo inoltre parte degli incassi all’associazione. Il brano fa da sfondo a due differenti prospettive della stessa storia. La storia è girata a colori quando è proposta dal punto di vista  dell’uomo e racconta la vicenda dell’uomo che lo cerca, che poi è l’autore stesso. Quando narra la vicenda del cane, è girata in bianco e nero, dal punto di vista “canino”; tutta la storia narra di un padrone che cerca il suo cane e di un cane che riesce a scappare e forse ritrova la strada di casa. Si avvale dell’interpretazione di numerosi nomi dello spettacolo, volti noti che hanno gratuitamente collaborato alla realizzazione del video. Molto toccante, emozionante. Bellissimo.

Accanto a quelle che sono le numerose associazioni riconosciute a livello nazionale ed internazionale, vi sono molti video e campagne di sensibilizzazione promosse da privati cittadini amanti degli animali, video amatoriali che hanno come unico veicolo la rete. Si tratta di video che godono di molta libertà stilistica, che a volte sono veramente girati con pochi mezzi per cui il livello qualitativo è molto basso. Anche il lessico è volutamente forte e utilizza parole violente e spesso anche scurrili. Siamo di fronte ad esempi di comunicazione irriverente, accusatoria, che si serve dello scandalo come mezzo di comunicazione o che semplicemente si rivolge ad un target giovanile che non utilizza per comunicare nessun eufemismo o edulcoramento della realtà.

Un esempio di questo metodo comunicativo è dato dal video contro l’abbandono degli animali andato in onda su internet la prima volta nel 2008. Per questo video sono stati utilizzati diversi codici comunicativi: comicità, ironia, spiegazione, accusa. In principio i due sempliciotti che si scambiano battute e notizie fanno sorridere, finchè non abbandonano il cane in autostrada; a questo punto si cambia registro e una voce fuori campo si rivolge agli animali invitandoli a non fidarsi degli uomini. Poi la spiegazione, in tono serio ed educativo infine l’accusa, forte, esplicita, accompagnata da un’inquadratura inequivocabile.

 

Ed infine questo video dei Baypass Project, compositori/musicisti trevigiani. Essi hanno composto questa canzone per il loro ultimo album. Anche il video è di loro proprietà ma lo rendono pubblico gratuitamente pregando chi lo guarda di dargli massima visibilità, con lo scopo di attivare una campagna sociale contro il fenomeno dell’abbandono. Per fortuna, oltre alle “persone” che hanno il coraggio di abbandonare un animale, ve ne sono altre, e sono moltissime di più, che li amano e che si danno da fare per combattere questo terribile costume.

Felicita Careddu



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