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Chi va con lo Zoppo... ascolta 'Hologramatron', il nuovo cd di Barry Cleveland

Da Conlozoppo
Tranne qualche rara eccezione (Henry Cow, Wyatt ad es.) il movimento rock-jazz e progressive raramente ha affrontato tematiche politiche: nonostante Bob Dylan negli anni '60 abbia aperto al mondo del rock possibilità espressive e comunicative nuove, il prog ha sfruttato solo in parte questo trampolino di lancio, preferendo esplorazioni squisitamente musicali. Da questo deriva il notevole interesse che può riscuotere un album come "Hologramatron", il quinto lavoro di Barry Cleveland: un album di canzoni di protesta con una all-star band dell'avant-rock.
Cleveland non è solo un musicista completo ed eclettico, ma anche un critico musicale attento su Guitar Player: la sua visione è dunque più ampia e tale da poter cogliere numerose contraddizioni del mondo occidentale e metterle in musica. Aggiornando idealmente il progetto della Liberation Music Orchestra di Charle Haden, Barry mette insieme uno staff di indiscutibili talenti (Michael Manring, Amy X Neuburg, Celso Alberti e Robert Powell più alcuni guest vocalist) per dare voce alla sua critica e alla sua visione musicale di frontiera. "Lake of fire", l'ottima "Money speaks", l'ipnotica "Abandoned mines" hanno un taglio futurista, un groove secco e tragliente, una capacità di riecheggiare fusion, funk, elettronica e art-rock senza chiamare in causa riferimenti ingombranti.
Le diverse vocalità (in particolare quella peculiare e minacciosa della Neuburg) accentuano il clima eccentrico dell'album, che si ispira agli ultimi King Crimson (vedi "Warning" e "Suicide train"), a certo post-rock, alle sperimentazioni dei Centrozoon, un panorama non così frequente nel catalogo Moonjune. Cleveland usa un parco chitarre vario e aggiornato, compreso un prototipo di Moog Guitar ("Stars of Sayulita" è splendida nel suo congiungere acustico e futurismo) e in generale la sua formazione cattura l'attenzione per previsione ed espressività (la coppia ritmica Manring-Alberti è emblematica). Due le cover: la celebre "Telstar" dell'amato Joe Meek e l'antinuclearista "What have they done to the rain", interpretate con una scelta sonora non lontana da Peter Gabriel di "Up".
"Hologramatron" è un efficace manifesto di quanto l'avant-rock possa essere ben radicato nella realtà. Un bell'album che unisce impegno politico a un tessuto rock moderno e ingegnoso.

http://www.barrycleveland.com
(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3291)

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