Nonostante i quattro album all'attivo e i buoni responsi di critica e pubblico nordamericani, i Farpoint sono una di quelle band inizialmente rapite dal sound scontato alla Spock's Beard, incapaci di aggiungere originalità e fantasia. Sarà anche per questo che, alle soglie del nuovo lavoro, il sestetto americano ha sentito l'esigenza di un cambiamento affidandosi alle cure di Jeff Hodges, che ha prodotto colleghi come Man On Fire e Fromuz ma anche gli alternative rockers Band Of Horses.
Certo l'attacco di "Calling out" e "Live for him" non è dei migliori, dà la sensazione di una band spompata e calante alle prese con un power-rock sempliciotto, e in generale il disco non decolla. I dieci minuti di "Water of life", suonati e organizzati bene, scontano la stessa stanchezza, anche nelle parti vocali. Peccato perchè la formula progressive folk dal sapore radiofonico, con una formazione ampia che può sfruttare una bella tavolozza strumentale, sulla carta è vincente, ma nella realtà appesantisce brani potenzialmente intriganti come "Still water". Molto più interessante la band quando unisce melodia e forza, come accade in "Another day", o quando lo strumentale è acustico e leggiadro, come "Indian summer" o la floydiana "Vacant halls".
"Kindred" è un disco assai indeciso, sicuramente un momento di transizione verso un futuro che merita una rigorosa messa a fuoco.
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(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3455)