Magazine Cultura

Chi va con lo Zoppo... ascolta 'Sympathetic Resonance', il nuovo album di ARCH/MATHEOS

Creato il 05 dicembre 2011 da Conlozoppo
Ufficialmente non sono i Fates Warning ma ci siamo quasi. Piccolo balzo indietro: nel 2004 la band pubblica il decimo album "FWX", che fino ad oggi è l'ultimo lavoro in studio; ad esso seguono l'uscita del favoloso batterista Mark Zonder e il ritorno del chitarrista Frank Aresti, la ristampa del seminale "Awaken the guardian" e la pubblicazione del "Live in Athens", infine la ricostituzione della line-up del 1990 di "Parallels". Un po' di rumours sul nuovo disco e poi il silenzio, iterrotto dalla pubblicazione di "Sympathetic resonance", secondo atto della coppia Arch-Matheos.
Non sono i Fates Warning ma poco ci manca: Jim Matheos è da sempre la mente e la chitarra del gruppo, Jon Arch è stato il vocalist della prima gloriosa fase della carriera. Con loro Joey Vera (al basso nei FW da "A pleasant shade of grey"), il vecchio sodale Aresti e il talentuoso drummer Bobby Jarzombek. Non è tanto la formazione quanto l'intenzione e la destinazione dei brani ad avere un legame strettissimo con i Fates: i pezzi infatti erano destinati al nuovo disco del gruppo ma l'indisponibilità di Alder ha costretto ad una deviazione in extremis.
Ai più attenti non sfuggirà che l'impostazione dei brani - dalla lunga durata alla complessità degli arrangiamenti - è in linea con quanto già fatto da Jon e Jim in "A twist of fate", il mini album del 2003 passato quasi inosservato. In linea di massima l'intero lavoro è permeato da quel senso di spleen, di pessimismo e oscurità che caratterizzava il capolavoro del 1997: bastano i primi accenni di "Neurotically Wired" e lo sviluppo di "Stained glass sky" - tra i manifesti dell'opera - per rendersene conto. Sei lunghi brani composti da un metal adamantino, di ampio respiro, progressivo nella struttura articolata, che oscilla tra furioso impatto post-thrash, i classici hooks melodici e le venature atmosferiche (ad es. "Midnight serenade", forse la più vicina alla tradizione Fates, e il colpo di coda class-metal di "Incense and Myrrh", che avrebbe fatto bella figura su "Inside out").
Ovviamente sono preservate le caratteristiche FW anche nei difetti, come la freddezza e una certa incapacità di aprirsi e illuminarsi (vedi lo statico incedere sabbathiano di "On the fence"). Un disco buono ma prevedibile, che segna anche la probabile fine di un percorso creativo da parte di Matheos.

http://www.archmatheos.com(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3487)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :