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Chi va con lo Zoppo... ascolta 'Two-PAck', il nuovo album dei Taylor's Free Universe

Creato il 20 gennaio 2011 da Conlozoppo
Lo diciamo subito, senza mezzi termini: "Heavy friends" è una delle migliori cose scritte da Robin Taylor. Raramente un album - compresi quelli, numerosissimi, del prolifico compositore danese - ha un'apertura così icastica, netta, incisiva. Merito di una scrittura ormai collaudata, di una disponibilità priva di pregiudizi all'improvvisazione, della maestria dei musicisti coinvolti. Il progressive camaleontico di Taylor trova nell'opener di questo nuovo progetto una rinnovata vitalità, un'espressività vivace che spesso manca in lavori di quest'area.
"Two-Pack" è il nuovo tassello della cospicua discografia dei Taylor's Free Universe, divisione tayloriana dedicata all'improvvisazione radicale. Il lavoro è anche un esperimento: è il primo doppio album nella storia di Robin, per l'occasione diviso in due mini-disc separati con tre pezzi sul primo e due sul secondo. Per questo episodio i TFU si sdoppiano: il primo dischetto annovera la formazione più recente con tre brani registrati nell'estate del 2010, il secondo con la line-up storica (quella con Karsten Vogel e Pierre Tassone, per intenderci) in una seduta del febbraio 2006.
Il primo dischetto mostra un collettivo concentrato su un sound più aggressivo, talvolta sfrontato, tra rock-jazz, heavy-fusion e art-rock minaccioso alla King Crimson, influenza mai rinnegata da Taylor. Vederlo dal vivo con i Djam Karet in un ipotetico tour potrebbe essere un'esperienza mozzafiato... Il brano citato in apertura segna un indurimento dei suoni (mai Robin è stato così serrato alle chitarre) ma anche una maggiore comunicatività, elemento crescente nelle prove più recenti, "The ghost of Goran" è un inesorabile crescendo guidato dal fiatista Carsten Sindvald, "Stoned mushroom" gioca con poliritmie e un minimalismo fatto di elementi che si sovrappongono progressivamente. Il secondo cd presenta la personalità più nota del TFU: quella free, pungente, astratta, una sorta di Art Ensemble Of Chicago in versione elettrizzata espressa in due lunghi e furenti pezzi.
Come sempre eccitante e creativo, Robin Taylor colpisce ancora una volta. Da non perdere.

http://www.progressor.net/robintaylor
(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3368)

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