L'OMBRA DIETRO AL MURO
Alessandro Loppi
Galeotto fu Bill Bruford. Spulciando in rete alla ricerca di informazioni sulla sua autobiografia - pubblicata in Italia dalla Aereostella - mi sono imbattuto nel blog di Alessandro Loppi, che del libro del formidabile drummer aveva espresso un intrigante commento. Da buon provincialotto alla ricerca di persone dagli stessi gusti, ho fatto partire un bel tam tam con Loppi: scambi di opinioni, lanci di comunicati, domande, risposte, silenzi più o meno lunghi. Ma il suo MinimAL è sempre lì, con aggiornamenti quotidiani e un punto di vista costantemente critco verso questi tempi bui che attraversiamo tra incertezze e dubbi.
Alessandro Loppi è un blogger. Già questo - in questa contemporaneità così "orizzontale" in cui tutto è alla portata di tutti e l'espressione non è più il punto d'arrivo di sforzi e maturazioni - ai più avveduti potrà far storcere il naso. Ma Loppi è un blogger intelligente. A volte narcisista e pedante ma, vivaddio, con qualcosa da dire, e con la sensibilità giusta per varcare i confini della rete e cimentarsi con un romanzo. Roba di carta, da leggere a luci spente, in bagno, senza aggiornamenti di antivirus e cliccate varie. Un libro. L'ombra dietro al muro è uno di quegli scritti da bere tutto d'un sorso: proprio come i migliori post del suo blog, Loppi illumina delle intuizioni e poi lascia al lettore il tempo di ritornare, di rimuginare, di rivedere quelle scintille che sa accendere.
Una vicenda personale apparentemente virata in thriller, un percorso esperienziale che si fa allegoria di un mondo decadente, una fuga da "quelli là", un'entità che da fa fil rouge dell'opera ma che non assurge mai al rango di protagonista. Perchè L'ombra dietro al buio ha il suo "centro tonale", il suo fulcro, in Roma. Più che una cornice e un fondale sul quale sviluppare la narrazione, la città dell'autore penetra nelle azioni, fino a sublimarsi nella memorabile fuga in bici prima dell'alba, un momento di struggente coinvolgimento e di alta narrativa. Benchè appesantito da una sorta di autoreferenzialità ma al tempo stesso vivacizzato da riferimenti musicali, cinematografici e letterari (con tanto di "legenda" finale), e ovviamente da una scrittura pensosa e colta, il nuovo romanzo di Alessandro Loppi convince per i diversi piani di lettura, che lasciano una indefinibile sensazione di piacevole smarrimento.
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D.Z.