Chi va con lo Zoppo... non perde Archie Shepp e Dar Gnawa Of Tanger
Creato il 19 ottobre 2012 da ConlozoppoIl ritorno di una leggenda: l’America incontra l’AfricaARCHIE SHEPP & DAR GNAWA OF TANGERsassofoni soprano e tenore, voceArchie ShepppianoforteTom McClungcontrabbassoWayne DockerybatteriaHamid Drakevoce, guembriMaalem Abdellah El Gourdcarcabou, voce, danzaAbdeljabar El Gourd, Khalid Rahhali, Noureddine Touati Il 28 ottobre 2012, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni (via Manzoni, 42, Milano) si inaugura la ventottesima stagione di “Aperitivo in Concerto” con un concerto che si annuncia di grande significato: l’incontro fra un’icona della contemporaneità come il leggendario sassofonistaArchie Sheppe il gruppoDar Gnawadi TangeriWe have come back. Nous sommes revenus. Siamo tornati: così scriveva il poeta nero-americano Ted Joans in occasione del Festival Pan-Africano di Algeri, nel 1969. Il 29 e il 30 luglio di quell’anno, Archie Shepp, con un gruppo che comprendeva il cornettista Clifford Thornton, il trombonista Grachan Moncur III, il pianista Dave Burrell, il contrabbassista Alan Silva e il batterista Sunny Murray, si esibiva allo stesso festival, organizzato da un brillante africanista senegalese, Pathé Diagne: in tale occasione, egli partecipava ad un storico incontro musicale (testimoniato da un’incisione per l’etichetta francese BYG-Actuel, Live at the Pan-African Festival) con musicisti tuareg e algerini. Gli africano-americani (re)incontravano così l’Africa e le tradizioni che avevano contribuito in modo determinato creare la cultura africano-americana e il jazz, chiudendo un cerchio, foriero di nuovi, importanti sviluppi, in una prospettiva del jazz e della formazione culturale diasporica di stampo transnazionale. L’eterogeneo ideale sonoro del free-jazz entrava così di diritto nel processo di decolonizzazione africana, conferendo una nuova coscienza all’esplorazione delle proprie radici e delle radici della cultura africano-americana: i tradizionali materiali improvvisativi, spesso basati sulla musica popolare americana, venivano ormai definitivamente scartati a favore di una molteplicità di linguaggi compositivi e di un indifferenziato concetto di “world music”. Come scriveva lo stesso Shepp: La natura del jazz è così inestricabilmente legata alla schiavitù e all’emancipazione. Non è un caso, perciò, che già da tempo Shepp abbia intrapreso una progressiva rilettura dello storico incontro di Algeri, collaborando strettamente con i Dar Gnawa. Gli Gnawa costituiscono un gruppo etnico formato dai discendenti di antichi schiavi neri provenienti dai paesi dell'Africa a sud del Sahara. Nel linguaggio tradizionale dei Berberi il concetto di "nero di pelle" è praticamente inscindibile da quello di "schiavo". Vi sono molte ipotesi riguardo alle origini degli Gnawa: la tradizione vuole che i primi arrivi in massa di neri provenienti dal Sud si siano avuti ai tempi della conquista del Nordafrica da parte di Uqba ibn Nāfi (VII secolo), quando l'imperatore del Ghana gli inviò delle truppe di rinforzo. Di sicuro è però solo il sultano Ahmed al-Mansur (1578-1603) che darà l'ordine di organizzare sistematicamente carovane di schiavi per procurarsi la manodopera necessaria allo sfruttamento delle piantagioni di canna da zucchero in diverse zone del paese.Molti discendenti di questi schiavi entreranno in seguito a far parte della guardia personale del sultano Moulay Ismail (1672-1727).Altre grandi ondate di arrivi vi saranno a partire dalla costruzione del porto di Essaouira (1764), che in breve diventerà il terminale di arrivo delle carovane da Timbuctu, nonché luogo di imbarco di schiavi per le colonie europee, in particolare portoghesi.L’incontro di Archie Shepp con i Dar Gnawa ripercorre così l’intero ciclo delle vicende della diaspora africana, fino alla schiavitù in America e alla creazione di quel linguaggio rivoluzionario che è stato il jazz: un concerto che, nato “storico”, della Storia si occupa con risultati evocativi e teatrali di straordinaria intensità e di eccezionale coinvolgimento. ARCHIE SHEPPArchie Shepp (Fort Lauderdale in Florida, 24 maggio 1937) è una fra le più importanti personalità musicali del Novecento. Cresciuto a Filadelfia, in Pennsylvania, ha studiato pianoforte, clarinetto e sassofono contralto, prima di concentrarsi sul sassofono tenore, che pratica assieme al soprano. Dal 1955 al 1959 studia recitazione al Goddard College ma, a causa dello scarso successo come attore, specialmente dopo il trasferimento a New York, decide di intraprendere la professione di musicista. Per un breve periodo suona in una orchestra latin jazz, ma ben presto si unisce al gruppo del giovane pianista d'avanguardia Cecil Taylor, che ha da poco cominciato a distinguersi tra i pianisti seguaci di Thelonius Monk per diventare una delle più importanti e controverse figure dell'avanguardia degli anni '60. Il nome di Shepp appare in tutti e tre i dischi fondamentali di Taylor. La sua prima esperienza discografica importante a nome proprio arriva insieme al gruppo dei New York Contemporary Five. Arrivano poi anche i dischi incisi per l'etichetta Impulse! Records insieme a John Coltrane, che ha per Shepp una profonda ammirazione. Il primo di questi dischi è Four for Trane, in cui partecipa anche l'amico trombonista Roswell Rudd. Insieme a Coltrane Shepp partecipa nel 1965 anche alle sessioni di registrazione per A love supreme, ma nessuna delle registrazioni in cui appare viene poi inclusa nel disco finale.[1]Nel 1965 con la pubblicazione di Ascension, Shepp e Coltrane diventano gli esponenti di spicco dell'avanguardia newyorchese. Questa situazione diventa emblematica con l'uscita di New Thing at Newport in cui una faccia dell'LP è dedicata a Coltrane e l'altra a Shepp. Alcuni critici ritengono che in questa fase Shepp fosse ancora troppo influenzato da Coltrane, e in effetti l'influenza di Coltrane in generale era all'epoca così profonda che quasi nessun sassofonista del tempo è riuscito a evitare che gli fosse mossa questa critica. Nello stesso anno esce anche Fire Music, in cui si leggono i primi segni dell'afrocentrismo di Shepp. Nell'album viene recitata una poesia di Malcolm X, mentre il titolo è preso dalla tradizione della "musica cerimoniale africana". Si nota che Shepp cerca di uscire dai confini del jazz, ma rimane in qualche modo legato alla tradizione del bebop. Sono notevoli le originali riletture di alcuni standard come The Girl from Ipanema di Jobin.Anche il disco successivo, nel 1967, The Magic of Ju-Ju, prende il nome dalla tradizione africana. All'epoca erano molti i jazzisti afroamericani che stavano prendendo coscienza dell'afrocentrismo e della tradizione musicale del continente africano. Shepp continuò a sperimentare lungo tutti gli anni '70, dando vita a dischi come Attica Blues e The Cry Of My People. A partire dal 1972 compaiono anche le affermazioni più radicali di Shepp a proposito della libertà dei neri.Tra la fine degli anni '70 e gli anni '80 Shepp passa continuamente dal suo percorso alla scoperta della musica tradizionale africana al jazz più tradizionale, incidendo anche con musicisti europei come Jasper Van't Hof. Nei primi anni '90 suona spesso con il trombettista francese Eric Le Lann con cui registra Live in Paris nel 1995. Si esibisce inoltre con Joachim Kuhn, Horace Parlan, Is What?, Max Roach, Kahil El'Zabar, Yusef Lateef, Chris McGregor. Lungo gli anni della sua carriera Shepp riprende occasionalmente il suo primo interesse, la recitazione, con opere come The Communist nel 1965 o Lady Day: A Musical Tragedy nel 1972.A partire dal 1970 fino ai primi anni del 2000 Archie Shepp è stato professore nel dipartimento di studi afroamericani all'università del Massachussets dove insegnava sia musica che storia della musica. Nel 2004, assieme a Monette Berthommier, fonda una propria casa discografica, la Archieball.
Abbonamento n. 12 concerti € 120In vendita alla cassa del Teatro 02 7636901Via Manzoni, 42 - Milanodal 18 giugno al 14 ottobre 2012posti fissi e numerati
Prevendita bigliettiBiglietto intero € 12 + € 1 prev.Ridotto giovani € 8 + € 1 prev.dal 15 ottobre 2012alla cassa del Teatro – posti fissi e numeratiNumero Verde 800-914350Online:circuito Ticketone + Call Center 892.101www.aperitivoinconcerto.comwww.teatromanzoni.ite tramite iPhone e iPad (scaricando l’applicazione gratuita del Teatro Manzoni)
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