Chianti Valley? Chissà cosa peserebbe Bettino Ricasoli dell’Anteprima del Chianti 2012

Da Stefaniapianigiani @enogastrogarden

Ieri sono stata a Firenze a Palazzo Borghese all’Anteprima del Chianti. Penso di essere stata l’unica “chiantigiana” o quasi (se c’era qualcun altro ben venga…), presente nella Sala degli Specchi. Tanti addetti ai lavori tra giornalisti, blogger e operatori a sentire i discorsi di Busi, di Sabellico del Gambero e Ernesto Gentili de L’Espresso.

Una presentazione solo per il Chianti senza sotto denominazioni come Colli ecc…dove tra le aziende presenti ho trovato con piacere Eva e Leonardo Beconcini, che inoltre fanno un ottimo Tempranillo, La Querce dell’Impruneta, Le Sorgenti, con le loro ultime produzioni.

In sala tanti discorsi, tante parole, che il Chianti deve essere un vino fresco, da mettere in tavola, dove si cercano equilibri, piacevolezza di beva, freschezza. Dove questa denominazione sta nella forza e nell’incontro tra grandi e piccoli produttori…Questo è uno di quei pochi vini che ha sconfitto la crisi…E fino a quì tutto bene…

Poi, l’impegno del Consorzio nel diffondere in maniera “massiccia” la cultura e la storia che sta dentro e fuori a un bicchiere di Chianti, che questo vino vuole tornare a essere un prodotto di qualità, e anche quì il discorso torna, per arrivare poi a parlare di… CHIANTI VALLEY? DI UN CONCETTO DI TERRITORIO?

Capisco che è la più ampia DOCG italiana, che se escludiamo la costa, arriva a toccare buona parte della Regione Toscana, ma se il povero Bettino Ricasoli, sentisse queste affermazioni, penso che si rigirerebbe nella tomba…Per Lui la Valle del Chianti, sarebbe il percorso dell’Arbia…Nasce da Castellina, attraversa ripido il territorio di Radda, per poi addolcirsi nelle piane di Gaiole…


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