Chiara di Assisi. Elogio alla disobbedienza (D. Maraini) - Venerdì del libro

Creato il 24 ottobre 2014 da Stefania
"Cara scrittrice...""Cara Chiara..." leggevo io. Lei ascoltava con attenzione, con i piccoli occhi socchiusi ma attenti, il volto disteso come se la mia voce l'aiutasse a dimenticare tutto il resto.
"Cara scrittrice...""Cara Chiara..." proseguivo io. Lei assentiva con la testa e con le mani, delicatamente appoggiate  sul bordo del lenzuolo bianco, sembrava volesse farsi carico di ciò che stava sentendo, quasi come se quel modo di tenerle l'una sull'altra fosse una modo per mettere tutto il corpo in ascolto.
"Cara scrittrice...""Cara Chiara..." concludevo io. Lei mi guardava e mi interrompeva con voce lievi facendo riferimento a degli ipotetici colloqui tra lei, Chiara, e San Francesco.
Chiara era Santa Chiara d'Assisi.La scrittrice Dacia Maraini. Lei, mia nonna.
Avevo scelto questo libro - Chiara di Assisi. Elogio alla disobbedienza - per farle compagnia in ospedale ed avevo continuato a leggere per lei, con lei, una pagina dopo l'altra, la sera in cui era stata dimessa. Sono arrivata appena ad una cinquantina di pagine... e lei mi ha lasciata. Ho continuano da sola a leggere quel libro ed ora che sono arrivata alla fine resta in me un gran vuoto dovuto non certo a quanto letto, ma a ciò che questo libro significa per me.L'ultimo libro che mia nonna ha ascoltato. L'ultima storia che le ho proposto tra le tante che, fino a qualche settimana prima, aveva letto da sola. L'ultima, prima di raggiungere Santa Chiara... non oso pensare tra i Santi, questo no... ma tra le anime delle persone che hanno lasciato un segno, questo si! Non appena ho chiuso il libro, arrivata all'ultima pagina, è stato inevitabile pensare a lei, a quanto avrei voluto arrivare fino alla fine con i suoi occhi azzurri puntati addosso. Quella sera è stata lei a dirmi di smettere perchè era stanca. "Grazie... ora però basta", mi aveva detto. E le avevo promesso di tornare da lei la sera successiva per andare avanti... non ne ho avuto occasione! Non avrei mai voluto finire di leggere quelle pagine perchè restare con quella storia nella mente era come avere ancora un contatto con lei... ma il libro è finito... e lei non c'è...
E' il primo libro di Dacia Maraini che ho letto: trovo che sia il frutto di un'attenta ricerca, ricco di spunti di riflessione e carico di interrogativi che hanno lasciato in me qualche quesito irrisolto come, credo, in molti altri lettori.
Non sono una grande conoscitrice della vita dei Santi. Questo libro mi aveva attirata per la copertina così particolare ed anche per il formato: un libro piuttosto grande ma non un "mattone", di tantissime pagine, che si apre con uno scambio epistolare tra una giovane Chiara, Chiara Mandalà, siciliana di origine, e la scrittrice, Dacia Maraini.
Questa giovane sconosciuta esorta l'autrice a scrivere un libro su Santa Chiara. La Maraini è molto reticente ma alla fine... è proprio quello che fa. E lo fa con intensità, si lascia coinvolgere in prima, primissima persona. Si pone e pone al lettore tanti interrogativi che riguardano la vita dell'epoca, la vita monacale, la scelta di Chiara di estrema povertà e il suo ruolo di badessa a servizio delle altre suore a differenza del ruolo di molte altre sue pari-grado che, invece, esercitavano in altro modo il proprio potere e la propria posizione predominante. Non si tratta di una biografia ma di un nitido ritratta di una Santa che è, prima di tutto, donna. Una donna che sceglie non solo la povertà estrema - che predica fino alla fine dei suoi giorni - ma che vive con estrema serenità il tormento del suo corpo infliggendosi delle "pene" (si racconta che non dormisse di certo su un letto con cuscino di piume, tanto per citare un esempio) fino a vivere la sua malattia come dono del Signore.
Assisi, 1193/1194 - Assisi, 11 agosto 1253
Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d'Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall'esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243. (Avvenire)
Questa è Santa Chiara. La Chiara di cui parla la Maraini è una donna che segue la sua, di regola, nonostante quelle - molto restrittive soprattutto quando si parla di donne - che impone la Chiesa dell'epoca. 
La Maraini ha fatto delle approfondite ricerche sull'epoca in cui Chiara è vissuta, sulla sua persona, sulle testimonianza che l'hanno portata ad essere Santa e si capisce. La storia non è romanzata e, a ben guardare, non è una storia. Non si dice "... Chiara nasce, vive, decide di fare... muore..." ma si tracciano i contorni di tanti tasselli che, tutti messi insieme, danno l'immagine di una donna che ha fatto una scelta radicale da giovanissima e che, fino alla fine, è stata testimone della bellezza della vita in povertà. Certo, anche San Francesco viene nominato spesso ma è sempre lei che resta in primissimo piano anche quando l'autrice si lascia andare a riflessioni su situazioni collaterali ma a lei collegate. 
Chiara Mandalà ad un certo punto scompare. Lo scambio epistolare termina e l'autrice resta sola con se stessa, sola con la Santa. Nello scrivere della Santa l'autrice parla anche di se e si mette a nudo in più passaggi. 
Cosa farei senza i libri? Ne ho la casa piena, eppure non mi bastano mai. Vorrei avere una giornata di trentasei ore per potere leggere a mio piacere. Tengo libri di tutte le dimensioni: da tasca, da borsa, da valigia, da taschino, da scaffale, da tavolo. E ne porto sempre uno con me. Non si sa mai: se trovo un momento di temo, se mi fanno aspettare in un ufficio, che sia alla posta o dal medico, tiro fuori il mio libro e leggo. Quando ho il naso su una pagina non sento la fatica dell'attesa. E, come dice Ortega y Gasset, in un libro mi "impaeso" a tal punto che mi è difficile spaesarmi. Esco dai libri con le pupille dilatate. Lo considero il piacere più grande, più sicuro, più profondo della mia vita.
Chiara Mandalà torna a contattare l'autrice quando, oramai, il libro volge verso la fine. Ha fatto una scelta, una scelta importante. Ed ora è una persona diversa. E' lei che fa delle riflessioni, poi condivise con l'autrice, sulle scelte fatte da Santa Chiara.
Mi sembra pericoloso giudicare Chiara con gli occhi di oggi. Dobbiamo prenderla con il suo mistero, con le sue contraddizioni. Che non erano contraddizioni quando lei è vissuta, ma aderenza alla realtà. Se vogliamo avvicinarla, dobbiamo capire gli enormi ostacoli che si è trovata davanti, e che ha superato grazie alla fedeltà granitica dei suoi principi, che però non è mai scivolata in protervia, rancore, odio, violenza, fanatismo. Cosa rarissima fra gli esseri umani che vivono non conformandosi ma imponendo una loro visione del mondo. Cosa che ha pagato sulla sua pelle. Una fedeltà che ci ha emozionati e ci emoziona ancora. In un'epoca di infedeltà teorizzate e praticate con disinvoltura, la costanza durissima di monna chiara credo ci possa ancora insegnare qualcosa. Un esempio straordinario. Io lo sento e vorrei che lo sentisse anche lei.
Mi scuso se per questo Venerdì del libro mi sono lasciata andare e sono stata un po' troppo sdolcinata (e mi sono anche dilungata un bel po') ma sento che questo libro mi resterà nel cuore e non potevo non spiegare il perchè.
Se lo consiglio? Si... mi sento di consigliarlo non solo per conoscere meglio la figura di Santa Chiara ma anche per apprezzare una Dacia Maraini che non risparmia critiche alla Chiesa e che solleva parecchi interrogativi attorno alla scelta della Santa ma che a me è piaciuta. Non ho letto altro di suo per cui non posso fare confronti con altri libri. Questo elogio alla disobbedienza mia ha catturata fino all'ultima riga. ***Chiara di Assisi. Elogio alla disobbedienzaDacia MarainiRizzoli Editorie17.50 euro

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