Sul Corriere della Sera, Aldo Grasso ha scritto che X Factor targato Sky ”è stato uno spettacolo unico per gli standard della televisione italiana” aggiungendo che “Molto è stato scritto e detto su questa sesta edizione del talent, sulla grandiosità della produzione, sulla simbologia degli allestimenti pop di Luca Tommassini, sull’interesse musicale dei concorrenti, su come un evento televisivo sia diventato anche una fittissima nuvola di discorsi e pratiche sui social network. Unico neo, il talk finale Extra Factor, che rischia di svilire uno show di alto livello e trascinarlo verso gli abissi della generalista”. In merito ai quattro giudici, Grasso ha affermato che “le cose più interessanti sono successe quando i giudici sono stati capaci di farsi veri mentori, di indirizzare la trasformazione di un concorrente da pura potenzialità a un abbozzo di «pop star», di estrapolare con un processo maieutico le sue qualità migliori per farle crescere. Più di tutti c’è riuscito Morgan, con il rapper Ics e l’eccezionale Chiara, e poi la Ventura con l’ex caldaista Davide. Sulla lunga distanza, Elio è sembrato un po’ meno in palla del solito, ma sempre capace di creare un mood stralunato che giova molto a tutto l’insieme. Tra i giurati, l’elemento più debole del gruppo è Arisa: a tratti si fatica quasi a capirne il perché. X Factor ha fatto bene all’immagine della piattaforma Sky, e, se ce ne fosse ancora stato bisogno, ha dimostrato che la famigerata qualità televisiva non è un concetto astratto e fumoso ma solo un modo di fare bene le cose”.
Invece su Europa Quotidiano la giornalista Stefania Carini ha elencato nove buoni motivi per decretare il successo di questa edizione e uno per decretarne la rottamazione: “1. Sky ha fatto di X Factor un motivo d’orgoglio, mostrando ai suoi abbonati la possibilità di produrre uno show capace di fare comunità, creare passione, diffondersi come brand 2. Il giovedì è il nuovo sabato. L’abbiamo scritto altre volte, il talent è il varietà postmoderno, ma la forma compiuta in Italia di questa trasformazione si è avuta con X Factor su Sky, grazie a un lavoro di scrittura di qualità. 3. A questo aspetto si ricollega l’idea che lo show sia il miglior esempio di televisuality così come descritta dallo studioso James T.Caldwell: è tv che affida il suo senso allo stile, in questo caso eccessivo e baracco. X Factor è bello da vedere, cosa rara per il nostro piccolo schermo. 4. Speriamo che Fabio Fazio abbia preso appunti per il prossimo Sanremo. 5. X Factor è anche il simbolo del paradosso del nostro piccolo schermo: Rai e Mediaset sono ferme a 20 anni fa, e tocca a una pay produrre show da tv generalista moderna. Il binomio che descrive il funzionamento della nostra tv allora non è free vs pay, nemmeno generalista vs di nicchia, ma anziana vs moderna. 6. X Factor ha mostrato la forza della commistione tra Tv e social network: il contenuto si rilancia e la visione si fa community. 7. Grazie ad Arisa c’è stato pure lo scazzo. Ha abbassato molto il livello, certo, eppure ha ricordato anche che la tv moderna è sempre fatta di materiale umano: hai voglia a tenerlo imbrigliato in un rigido format, poi basta una breccia ed esplode. 8. Cattelan si è dimostrato molto bravo. 9. Idem il direttore artistico Luca Tommassini. 10. La miglior giuria di sempre ha invece forse fatto il suo tempo, e non solo per lo scazzo di Arisa. Le dinamiche sono logore, e forse anche un po’ degenerate. Ora di rottamare?”.