Il duca è un personaggio altezzoso, rifiuta di obbedire a Belzebù che gli ordina di spogliarsi, affermando di non poter rinunciare ad abiti tanto sontuosi e così confacenti alla sua dignità. L’altezzosità del personaggio è punita dal diavolo in modo caratteristico per Poe: Belzebù risponde al duca che, quando l’ha tirato fuori dalla bara, portava mutandoni di lino e un sudario, s’intende come ogni altro cadavere qualsiasi.
Anche questo racconto vive tutto nella dimensione della riduzione comica, sia per la banalizzazione del soprannaturale reso umano e tangibile (vedi l’accenno del diavolo al suo “ispettore cimiteriale”), sia per i frequenti riferimenti culturali ironici.
Keats fell by a criticism. Who was it died of “the Andromacha”? Ignoble souls! - De l’Omelette perished of an ortolan. L’histoire é en breve. Assiste me, spirit of Apicius!
I riferimenti culturali a Keats e a Montfleury creano un chiaroscuro comico e sono banalizzati dall’accostamento con la stupida morte del duca, il cui nome è di per sé un compendio di eroicità e futilità. (Duca contrapposto a Omelette). Magistrale l’invocazione ad Apicio. Invece di affidarsi alle Muse o ad Apollo, Poe, aggingendosi a raccontare la storia del “duca della frittata”, invoca Apicio, famoso scrittore latino di trattati di culinaria.
Ciò che caratterizza questo racconto è lo stile. Le frasi in francese riproducono i pensieri del duca. La velocità del narrare, che si muove per frasi brevi e incisive, ne accresce, insieme all’uso quasi esclusivo del tempo presente, l’atmosfera tesa anche se ridicola.
continua…