A Chicago, nel ventunesimo distretto, i poliziotti e i detectives lavorano assieme per liberare la città dal crimine.
Nel pilot, come al solito, ci viene presentato il mondo di questi personaggi; chi sono, che ruolo svolgono e i diversi rapporti tra di loro. L'unità d'intelligenza è composta dal sergente Hank Voight (Jason Beghe) e il team di detectives Antonio Dawson (Jon Seda), Jay Halstead (Jesse Lee Soffer) e Erin Lindsay (Sophia Bush, la mitica Brooke Davis di One Tree Hill). Durante questi primi quaranta minuti, la morte della detective Julia Willhite (Melissa Sagemiller) da parte di un narcotrafficante e il sequestro del figlio di Antonio Dawson, mettono in moto la storia che avrà delle ripercussioni durante tutta la stagione. In più, ci rimane il grosso dubbio se il sergente, capo di questa unità d'intelligenza, sia corrotto oppure no. E' chiaro, però, che ha un gran cuore e non esita ad aiutare coloro che si trovano in difficoltà, come ha fatto per Erin Lindsay. Il loro rapporto ha una natura ancora sconosciuta, ma siamo certi che lui l'ha salvata.
Chicago P.D. e una serie che è tornata alle origini, richiamando a show come Hill Street Giorno e Notte, in cui i protagonisti sono solo i poliziotti (i forensi non hanno una gran rilevanza), persone toste e giovani che rischiano, insieme alla propria vita, la vita di coloro che amano.
Le serie di poliziotti non m'interessano particolarmente, a dire la verità. Però non mi dispiace seguire Chicago P.D. perché durante il primo episodio non mi sono mai annoiata, anzi, volevo continuare a guardare. Il cliffhanger del finale mi ha convinto di sintonizzare la serie il prossimo mercoledì, e sicuramente non sarò l'unica, visto che la serie ha avuto 8.59 milioni di spettatori.
In conclusione, niente male come pilot anche se la trama non è affatto originale. Sarà interessante vedere come questi personaggi evolvono, scoprire cosa c'è dietro il detective e come gli sceneggiatori procederanno con la trama.
Pía Baldovin.
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