Chiedi alla Luna - Nathan Filer

Creato il 08 giugno 2013 da Laleggivendola @LaLeggivendola
Vediamo. Chiedi alla Luna di Nathan Filer, edito da Feltrinelli nel 2013, traduzione di Aglae Pizzone. Nonché il primo libro che ricevo direttamente dalla casa editrice a scopo recensione. Ero molto indecisa, quando mi è arrivata la proposta. Ho tentennato parecchio prima di accettare, sbrodolando interrogativi morali su Facebook e tornando più volte a riguardare la trama del libro. Perché cavolo, mi interessava parecchio.E allora, dunque. La storia inizia quando Matthew aveva nove anni, coi suoi ricordi. Giocava a nascondino con degli amici in un villaggio vacanze, quando si imbatte in una bambina che seppellisce una bambola. Una scena che gli rimane fissa in testa, quasi a spodestare come importanza quello che segue. Matthew arriva al villaggio vacanze con i genitori e un fratello maggiore, Simon, che ha 12 anni e la sindrome di Down, più varie complicazioni legate alla sindrome. E mi è difficile persino scrivere questa parte, perché di una tragedia così non riesco neanche a immaginare o a concepire le ripercussioni. Al villaggio vacanze, Simon muore. Non ci viene detto come, non all'inizio. Solo alla fine.È una morte che aleggia sulla storia, sui personaggi, sulla narrazione. La voce è quella di Matthew, che ripercorre i suoi anni post-Simon, forse cercando di mettere ordine tra i propri ricordi, forse cercando di liberarsene. La madre – bipolare? - che lo ritira da scuola e lo fa studiare a casa con sé per il resto delle elementari. L'allontanamento che sembra inarrestabile tra lui e i genitori. La meravigliosa nonna Noo. Ricordi, spezzoni strazianti di Simon che si conficcano nelle pagine, cosicché devi mettere in pausa la lettura per non scoppiare a piangere.La morte di Simon ha come deviato la vita di Matthew. Prima di allora, racconta, era sempre stato un bambino allegro, socievole, normale. Di quelli che fanno amicizia subito e con tanti altri bambini, senza problemi. Poi è stato come cadere e non riuscire più ad alzarsi. E sono cominciati i problemi, forse esasperati dalla madre. Una parte di Matthew va in tilt. Non voglio parlare di 'follia' o 'pazzia'. A questi termini non si dà mai il giusto peso. Potenzialmente siamo tutti pazzi o matti o psicopatici, solo che ci vuole la spinta giusta, un dolore così forte da strizzare fuori tutti i costrutti sociali che accettiamo così facilmente. Follia è confusione.E dunque, questo libro è la storia di Matthew, di quello che gli ha fatto la morte del fratello. È l'esordio di Filer, che tra l'altro è infermiere specializzato nella cura di malati mentali. E si vede. È bello quando qualcuno capisce di ciò di cui parla. Ed è bello che ne parli 'bene'. Perché è scritto davvero bene, sembra davvero che Matthew stia dialogando coi propri ricordi, analizzandoli o ricostruendoli poco a poco. Bello com'è costruito, perfetti i personaggi e le loro reazioni. Perfetto il fatto che non sia perfetto come una storia, ma zoppicante come la realtà. Ho adorato l'uso del courier new quando Matthew scriveva alla macchina da scrivere.Mi è piaciuto un sacco. Lo consiglio un sacco.
Cristo, ho di nuovo le lacrime agli occhi. Andrò ad ascoltare canzoni allegre, va'.

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