Autore: Ann- Marie MacDonald
Editore: Adelphi
Pagine: 590
Pezzo: 18,00
Sinossi: Un'isola livida e crudele della Nuova Scozia sul finire dell'Ottocento, un giovane accordatore di pianoforti, una tredicenne libanese. I due si amano, e per sposarsi non esitano a fuggire. La loro passione sarà breve e bruciante, immani le conseguenze: giacché sulle loro figlie si abbatterà un destino di colpe indicibili e occulte menzogne che finirà per distruggerle.
A metà strada tra una tragedia greca e una saga familiare in stile sudamericano. Dalla tragedia, ha preso una forma di pessimismo di fondo che accompagna tutti i personaggi, destinati a scontare le colpe dei propri padri; alla tradizione sudamericana si ispira un modo di raccontare che suggerisce, più che descrivere: c'è sempre questa sensazioni che le frasi nascondano dell'altro, un doppiosenso, un'immagine, un'ombra. E' qualcosa di molto affascinante, che mai avevo incontrato al di fuori delle saghe familiari di Isabel Allende e Gabriel Garcia Marquez.
Romanzo assai corposo, affascinante, avvolgente, anche se non sempre tutte le intricatissime vicende raccontate sembrano avere un fine. Molto bello.