Chiedo il minimo: non essere preso per i fondelli

Da Aquilanonvedente

E ammetterete che ho usato un notevole feirplei

A cosa mi riferisco? Alla nostra disastrosa situazione politica, ovviamente. Perché fare politica è un po’ come andare in bicicletta: una volta che hai imparato, è per sempre e il fiuto per le prese per il culo rimane (il feirplei è durato pochino…).

Allora, facciamo il punto: Berlusconi è finito? Può darsi, fosse per me sarebbe finito già da anni, ma tant’è. Quello di cui non sono convinto è che sia finito anche il berlusconismo.

Se questo è vero, occorre fare quello che si fa in tutti i paesi seri: andare alle elezioni. Se è vero che siamo in una situazione di emergenza, adottiamo soluzioni d’emergenza: si vada a votare fra un paio di mesi, all’inizio di gennaio. Due mesi sono più che sufficienti per preparare le elezioni, non c’è bisogno di aspettare sei mesi, un anno o un anno e mezzo.

Se è vero che siamo in una situazione di emergenza, per affrontarla la politica deve avere il sostegno della gente. E il sostegno si misura soltanto con il voto: chi vince ce l’ha, chi perde no.

Si dice: ma siamo in emergenza e quindi serve un governo di emergenza.

Va bene, se serve lo si faccia pure, ma soltanto dopo che sono state indette le elezioni a gennaio, per il tempo necessario per evitare che il puttaniere faccia altri danni. Non un giorno di più.

Si dice: dobbiamo fare decantare la situazione con un governo tecnico.

Cioè, fatemi capire. Allora la politica scende in campo soltanto quando le cose vanno bene? E’ come se il vostro meccanico vi dicesse: portami l’automobile solo se funzione. Se si rompe, non portarla da me.

“E che devo fare se si rompe?” gli chiedereste voi.

E quello alza le spalle: “Boh… – vi risponde – magari chiama il concessionario, così la butti e ne compri una nuova.”

Ecco, noi siamo nelle stesse condizioni: c’abbiamo dei politici che nel momento di difficoltà di tirano indietro, salvo poi lamentarsi che la gente si allontana dalla politica.

Pazzesco…

La realtà è molto più semplice: l’opposizione non è in grado di mettere in piedi un’alternativa a questo governo da operetta. Spera di prendere tempo affidando a qualche tecnico il compito di togliergli le castagne dal fuoco. Il quale tecnico, però, dovrà andare in Parlamento a trovare i voti per fare quello che deve.

Cioè, quello stesso Parlamento di nominati, di inquisiti, di incollati alla poltrona, da un momento all’altro dovrebbe diventare responsabile e appoggiare, senza nulla pretendere in cambio, un governo tecnico che faccia quello che i politici non sono in grado di fare?

Ecco, questa chiamasi presa per i fondelli e questo avrebbe risposto un grande.