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Chiesa e nazi-fascismo, accordi segreti con i carnefici

Creato il 08 luglio 2012 da Frontelibero

Dopo le crociate e la conseguente carneficina a danno dei templari, le innumerevoli torture inflitte dalla santa inquisizione e molti altri crimini, un altro capitolo oscuro si aggiunge alla controversa storia della chiesa cattolica.

Quello che segue è frutto di ricerche che il Vaticano ha cercato d'insabbiare, ma grazie a ricercatori storici con cui collaboriamo e alla rete libera, abbiamo avuto conferma di questo e altro materiale che sarà pubblicato in seguito, il tutto corredato da foto storiche.

A partire dagli anni '20 inizia quel lungo ed ambiguo percorso parallelo, fra Chiesa e nazi-fascismo, che li avrebbe visti camminare uniti fino alla II Guerra Mondiale, ed anche oltre. (Fu proprio il Vaticano, alla fine del conflitto armato, a dare asilo e ad aiutare molti gerarchi nazisti nella loro fuga verso il Sudamerica).

La chiesa cattolica è sopravvissuta a tutti i poteri, imperi e guerre, ma oggi è ancora lì, più potente e ricca che mai. Il motivo si nasconde dietro ai famosi "concordati". Per "concordato" s'intende un accordo ufficiale fra il Vaticano e uno stato straniero. E' l'equivalente dei "trattati" fra nazione e nazione.

Nel periodo anteguerra la Chiesa aveva firmato concordati con tutti gli stati nazi-fascisti di quel periodo.
Nel corso della storia i rapporti fra la Chiesa e le altre nazioni sono stati regolamentati, ovunque possibile, da relativi concordati.

Nel 1929, dopo estenuanti trattative segrete, a cui Pacelli partecipò attivamente, la Chiesa di Roma firmava con Mussolini i cosiddetti Patti Lateranensi. In base a questo concordato la Chiesa otteneva la restituzione di antiche proprietà terriere, la creazione del moderno stato Vaticano, una serie di vistosi privilegi per il clero, la gestione dei matrimoni e l'autorità sui divorzi, la parificazione delle scuole cattoliche a quelle statali, e una lauta "ricompensa" - pagata dal popolo italiano - per le espropriazioni subite nel secolo precedente. La religione cattolica divenne religione di stato, fu resa obbligatoria come materia scolastica fino alle scuole medie, e la Chiesa si riservò ovviamente il diritto di insegnarla. Il concordato prevedeva anche la "protezione" di Azione Cattolica, che era entrata in aperto contrasto con Mussolini, ma di fatto impegnava tutto il clero ad astenersi da qualunque attività di tipo politico.

Chiesa e nazi-fascismo, accordi segreti con i carnefici

 Da parte sua la Chiesa riconobbe il Regno d'Italia, e da quel giorno offrì a Mussolini il pieno supporto politico, arrivando a definirlo "l'uomo della Provvidenza".
In realtà era stata la Chiesa fin dall'inizio, ad imporre le condizioni a Mussolini per restare al potere. In proposito lo stesso Duce ebbe a scrivere: [manca citazione].
Iniziava così un lento processo di "adozione" del fascismo da parte della Chiesa, mentre la nuova ideologia compenetrava progressivamente il nostro tessuto sociale, al punto da rendere sempre più sottile la linea di demarcazione fra l'aspetto politico e quello religioso nella vita di tutti i giorni.
In proposito Tracy Koon ha scritto:

"Gli anni fra il 31 e il 38 furono generamente cordiali nei rapporti fra chiesa e stato. A causa di questa apparente armonia, divenne sempre più difficile per i cattolici, fino alla fine degli anni 30, percepire le reali differenze fra la visione del mondo fascista e quella cristiana"

In tutto questo, la Chiesa si mostrò perfettamente allineata con le nuove imprese militari del fascismo all'estero. Durante la campagna d'Africa i vescovi cattolici benedivano regolarmente le truppe in partenza per il fronte.
Su Civiltà Cattolica, Padre Messineo descrisse l'invasione dell'Etiopia come "la restaurazione della vera fede contro gli errori religiosi, la superstizione e la schiavitù".

Le poche voci isolate, contrarie a questo "matrimonio infernale" fra Chiesa e fascismo, finirono tutte inascoltate: nell'articolo "Vescovi sedotti dal fascismo", uscito sul Corriere della Sera dell'8 marzo 35, Alberto Melloni riassumeva il memoriale scritto in quell'anno da monsignor Domenico Tardini:

"Mentre importanti cardinali italiani offrono un sostegno alla campagna militare e L'Osservatore Romano rimane in una posizione di prudente legittimazione della guerra, Tardini calcola e giudica le conseguenze sul clero, che ai suoi occhi rappresentano "il disastro più grande": il diplomatico romano concede che esso debba essere disciplinato anche davanti al regime, ma osserva che "invece questa volta è tumultuoso, esaltato, guerrafondaio. Almeno si salvassero i vescovi. Niente affatto. Più verbosi, più eccitati, più... squilibrati di tutti". Pronti a offrire oro alla patria con zelo sospetto "parlano di civiltà, di religione, di missione dell'Italia in Africa... E intanto l'Italia si prepara a mitragliare, a cannoneggiare migliaia e migliaia di etiopi, rei di difendere casa loro... Difficilmente poteva compiersi nelle file del clero un confusionismo, uno sbandamento, un disquilibrio più gravi e pericolosi". [...] Tardini si rende conto che "la Chiesa d'Italia è accusata di essere in combutta col fascismo. E con la Chiesa d'Italia, la Santa Sede. Mai la Santa Sede ha passato - credo - un periodo più difficile di questo", nel quale rischia di "compromettere seriamente per un secolo il prestigio morale" accumulato".

Nel frattempo il cardinale di Milano Schuster, nel suo sermone in Duomo del 27 ottobre 1935, esaltava le imprese delle "valorose armate che aprono le porte dell'Etiopia alla fede cattolica e alla civilizzazione di Roma". [1-10]
Episodi come la morte di Padre Giuliani, il cappellano militare ucciso in Abissinia, venivano pubblicamente celebrati ed elevati ad atti di eroismo militare.

Chiesa e nazi-fascismo, accordi segreti con i carnefici

Si giunse così alle soglie della guerra mondiale con una completa sovrapposizione di ideali e finalità pratiche, fra Chiesa e fascismo, ben difficile a quel punto da risolvere per chiunque.


Anche in Germania il percorso verso un concordato fra i nazisti e la Chiesa fu lungo e faticoso, dato che nessuno dei due poteri aveva realmente intenzione di cedere all'altro il controllo della nazione. Ciascuno cercava di ottenere per sè i massimi vantaggi, mentre cedeva all'altro solo il minimo indispensabile per ottenerli.

Chiesa e nazi-fascismo, accordi segreti con i carnefici

Nei primi anni di vita politica infatti Hitler non era visto di buon occhio dai cattolici, nè peraltro il futuro Fuhrer faceva grandi sforzi per celare la sua scarsissima simpatia per la Chiesa.
Ma presto - come già era avvenuto in Italia - ambedue si resero conto di avere anche degli interessi in comune (che verranno esaminati in seguito), mentre si rendevano conto che nessuno sarebbe riuscito a portare avanti serenamente il proprio programma senza il consenso dell'altro.
La svolta cruciale avvenne nel marzo del 1933, quando il neo-eletto cancelliere Adolf Hitler presentò al Reichstag la richiesta eccezionale per l'approvazione di un "Decreto di pieni poteri", che gli avrebbe permesso di promulgare leggi senza più sottoporle al parlamento. In altre parole, chiedeva ai deputati di rinunciare legittimamente allo scopo stesso per cui erano stati eletti. Per ottenere il passaggio di un tale decreto però era necessaria una maggioranza di due terzi, che Hitler avrebbe raggiunto solo con il voto dei rappresentanti del Zentrum, il partito politico della Chiesa, guidato dal vescovo Ludwig Kaas, che fino a quel giorno lo aveva osteggiato apertamente.

Ma in poche ora Kaas - stretto collaboratore, amico personale e uomo di fiducia di Pacelli in Germania - riuscì a convincere i deputati del Zentrum a votare il decreto a favore di Hitler, che di fatto avrebbe posto fine alla Repubblica di Weimar e dato inizio alla dittatura nazista.
In proposito lo storico della Chiesa Owen Chadwick ha scritto:

"Il ruolo rivestito da Kaas nel far votare al Partito di Centro il documento sui pieni poteri a Hitler nel marzo 1933 rimane uno dei gesti più controversi della storia tedesca".

Quattro giorni dopo la conferenza episcopale tedesca annullava sia la proibizione per i cattolici di iscriversi al partito nazista, sia quella per i nazisti di presentarsi in chiesa con la svastica sulla divisa. Rinunciava cioè, senza motivo apparente, alle due armi principali con cui aveva combattuto fino a quel momento l'ascesa al potere dei nazisti.
In proposito lo storico cattolico James Carroll ha scritto:


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