L'operazione, denominata “Tramonto” e lanciata all'alba di oggi, ha visto interessate molte regioni italiane: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Lazio, Emilia Romagna e in particolare nelle città di Vasto, Pescara, Napoli, Caserta, Foggia, Campobasso, Ferrara, Salerno, Teramo.
Le indagini, durate oltre un anno e svolte attraverso intercettazioni ambientali, hanno permesso di accertare - afferma l'Arma in una nota - «il preoccupante livello di criminalità raggiunto nell'area del vastese», ritenuto «un crocevia del traffico di stupefacenti nel centro Italia». Le indagini, coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica Giancarlo Ciani e seguite dal Procuratore Francesco Prete, sono state svolte in primo luogo dai militari della Compagnia dei carabinieri di Vasto.
Oltre agli odierni arresti, i militari, grazie alle informazioni acquisite dalle intercettazioni, hanno eseguito nel corso del 2011 e nei primi giorni del corrente anno, altri 23 arresti in flagranza che vanno dunque ad aggiungersi ai 63 provvedimenti restrittivi odierni.
Complessivamente sono stati sequestrati 15 Kg circa di sostanze stupefacenti (eroina, cocaina ed hashish) un' arma da fuoco clandestina , 15.000 euro in contanti ed altro materiale. Altre 14 persone sono denunciate in stato di libertà. Tra i reati contestati, figura l'incendio dell'abitazione di un pregiudicato, le cui fiamme si sono poi estese ad una intera palazzina popolare.
Preoccupante - sottolinea il Procuratore della Repubblica di Vasto - il livello di criminalità raggiunto nell'area della cittadina costiera abruzzese dove, in tempi recenti, era stato anche arrestato un ex appartenente alla polizia penitenziaria che trasportava 80 Kg di hashish da Vasto in territorio bresciano. Il giorno dell'Epifania era stata la volta di un cittadino albanese che trasportava oltre un chilogrammo di eroina.
Le indagini hanno preso il via a seguito di alcuni attentati incendiari che, tra gli altri, avevano interessato, a partire dal gennaio 2011, esponenti politici locali, imprenditori e rappresentanti delle forze dell'ordine. Su delega della Procura della Repubblica, i carabinieri hanno indagato su alcuni pregiudicati del posto, sul cui conto erano maturati sospetti.
Fra questi, spiccava la figura di una donna, Italia Belsole, consorte del pregiudicato Lorenzo Cozzolino, appartenente alla criminalità organizzata campana. La donna si era già resa responsabile di attentati incendiari ai danni di un militare dell'Arma di Gissi, sempre in provincia di Chieti.
Dietro al traffico di droga c'erano tre gruppi di individui, composti perlopiù da famiglie di origine partenopea e di etnia rom. Le indagini hanno permesso di individuare i tre sodalizi criminali - ha precisato in una nota il procuratore della Repubblica di Vasto, Francesco Prete -
«dediti in maniera costante all'approvvigionamento di sostanze stupefacenti provenienti dall'area pugliese e campana, del tipo eroina, cocaina ed hashish, con il conseguente spaccio nell'area vastese e pescarese».
Tra loro, un efficiente rapporto di «collaborazione». Una delle bande era capeggiata dai coniugi Cozzolino-Belsole, operante nell'area del medio alto vastese, della val di Sangro e di Pescara. Un'altra faceva capo alla famiglia Martusciello di Napoli, operante principalmente nell'area San Salvo-Vasto.
Una terza, diretta da Pasquale Bevilacqua e Antonio Sacco, era attiva soprattutto nell'area di San Salvo. Durante le indagini, particolarmente lunghe e complesse, sono state, fra l'altro, effettuate e ascoltate circa 6500 ore di intercettazioni ambientali e 1800 ore di intercettazioni telefoniche su circa 70 utenze.