30 aprile 2011 – CHICKEN WIRE è la rete del pollaio. La cosa che maggiormente mi colpì quando apparvero le prime immagini del lager di Guantanamo fu che invece di muri la prigione era fatta da reti: gabbie da pollaio. La prigione murata dà maggiormente l’idea di reclusione, isolamento dal mondo esterno. La rete appare una restrizione provvisoria, meno opprimente. Da l’idea di un limite facilmente superabile. In realtà è vero il contrario perchè la gabbia isola, ma contemporaneamente espone alla continua vista degli altri. Si perde la propria intimità senza essere veramente liberi. Si è sotto il totale controllo degli altri, non ci si può sottrarre. Tra i fori del recinto il mondo di fuori sembra più a portata di mano. Ma il cielo e l’aria, il sole e le intemperie, alle quali non ci si può sottrarre, diventano da amici, nemici, ma si e meno consapevoli delle nostre restrizioni.
Quando si va per qualche viaggio all’estero, nei paesi europei fuori dell’Italia, l’impressione è di essere usciti dal chiuso del recinto: fuori dalla chicken wire. (leggi il seguito)