Prima che cominciasse la guerra civile, la Siria contava circa 17 milioni di abitanti, più della metà concentrata a Damasco, Aleppo e la costa tra Lattakia e Tartus. Era anche un Paese giovane: il 40% della popolazione aveva meno di 14 anni. I bambini finivano immancabilmente nelle inquadrature fotografiche o nelle immagini video, soprattutto se ci si recava nei suq o si visitava qualche moschea. Altri ti fermavano per strada, chiedendo espressamente di essere ripresi. Ciò che successe una sera ad Ḥamā, quando un gruppo di ragazzini vocianti si misero in posa su un muretto. Davanti alla Cittadella di Aleppo si avvicinarono incuriositi alcuni bambini ai quali, dopo aver chiesto il permesso ai giovani genitori, feci alcuni scatti. La ragazzina, dall'aria piuttosto intraprendente, volle poi rivedere subito le immagini. Il fatto più insolito avvenne nei pressi del lago artificiale al-Asad, dove un distinto signore in abito tradizionale m’invitò a fotografarlo insieme alla sua famiglia. Nel suo sguardo lessi l’orgoglio tipico dei siriani, un popolo fiero e dignitoso, cortese e riservato. Era l'agosto del 2008. Pensiamoci, ora che vediamo i figli di quella terra martoriata naufragare sulle rive d’Europa.
Fotografie 1-5: Damasco, moschea degli Omayyadi e suq. Fotografia 6: Maalula. Fotografia 7: Ḥamā. Fotografie 8-11: Aleppo, Cittadella. Fotografia 12: nei pressi del monastero di San Simeone. Fotografie 13-14: Lago al-Asad. (Agosto 2008)