Chiloé, l'isola magica della Patagonia cilena, tra natura, artigianato e gastronomia

Da Rottasudovest
Si dice Chiloé e la prima cosa che mi viene in mente sono i libri di Luis Sepúveda, in cui celebra le veloci imbarcazioni, con cui i chilotas si muovono intorno alla loro isola, porgendo orgogliosi al vento le loro facce meridionali e mestizas, frutto della mescola degli antichi coloni europei e del popolo indigeno, huilliche. Non so perché, ma un viaggio a Chiloé, me lo immagino con questa accoglienza dei chilotas, che corrono veloci per i loro affari, ma non dimenticano le peculiarità dell'isola in cui vivono e le loro radici mapuches. Chiloé è l'isola più famosa della Patagonia cilena, si trova a 1280 km a sud di Santiago del Cile e a circa 90 da Puerto Montt, la città più importante della regione, appartiene a un arcipelago di una trentina di isole, ma è la più grande e la più nota. La stagione migliore per visitarla è l'estate australe, che offre le temperature più miti e un tempo meno piovoso (la temperatura media annuale è di circa 10°C e la pioggia è una compagna fedele dei chilotas, dunque, quale sia l'epoca dell'anno prescelta, è sempre bene attrezzarsi con impermeabili e indumenti per resistere alla pioggia, come per una vacanza in un clima atlantico).Per i turisti stranieri, il modo più facile per arrivarci è l'aereo: da Santiago ci sono voli quotidiani per Puerto Montt e, quattro volte alla settimana, fino a Chiloé, con scalo a Puerto Montt, per un totale di circa 3 ore di viaggio. Essendo però un'isola, sarebbe bello arrivare a Chiloé come si fa da millenni: con un'imbarcazione. Il ferry attraversa il canale di Chacao ogni 30 minuti, poi si è immersi nell'atmosfera di quest'isola meridionale, patagonica e coloratissima. La città principale di Chiloé è Castro, situata al centro dell'isola; è stata fondata dal 1567, è caratterizzata da case in legno costruite su palafitte: sono di tutti i colori e quando la marea sale, sembra che stiano galleggiando; oltre alle case, ci sono anche le chiese in legno. Sono state costruite in larga parte dai gesuiti, arrivati a Chiloé per evangeilizzare gli huilluches e gli onas, le due grandi popolazioni dell'arcipelago. La chiesa più importante di tutta l'isola è quella di San Francisco, con una facciata arancionata, che illumina tutta la plaza su cui si affaccia (il consiglio è di visitarla in una giornata di sole, quando si può apprezzare meglio la luce che filtra dalle sue vetrate). Castro, come le altre città dell'isola è famosa anche per l'artigianato. I chilotas si dedicano alla lavorazione del legno, ma, soprattutto, a quella della lana: oltre ai capi di abbigliamento tessono anche tappeti e oggetti per la casa. "Qui trovano cose che non ci sono da altre parti, sono fatte da noi, a mano" dicono le artigiane di Castro nei servizi televisivi, in cui mostrano le loro botteghe essenziali, i loro manufatti bellissimi e originali (tappeti che non ci si immaginerebbe) e le loro ore di lavoro, che sono anche parte di una vera e propria cultura: si riuniscono, lavorano la lana, conversano, si scambiano storie ed esperienze. In fondo, uno spettacolo nello spettacolo che è il loro lavoro. A febbraio, poi, il Festival Costumbrista di Castro, celebra le tradizioni dell'isola e permette ai turisti di conoscere l'artigianato dell'isola. Intorno a Castro, oltre ad Ancud, a nord, e a Quellón, a sud, ci sono boschi, spiagge e luoghi da scoprire, si entra a contatto con la natura e, nella solitudine di molti paraggi, anche con se stessi; la mitologia chilotas accompagna: è frutto delle mescolanze delle credenze indigene con la religione importata dagli europei. Ci sono due grandi parchi, il Parque Nacional Chiloé, nella parte occidentale dell'isola, e il Parque Tantauco, nella parte meridionale; in essi si possono osservare la fauna e la flora chilotas, grazie a una fitta rete di sentieri per il trekking: ci sono uccelli, balene, volpi, cipressi, querce, mirto,. Ci sono anche dei tour per vedere come i pinguini di Humboldt e di Magellano vivono nelle isole vicine. L'osservazione della natura è una delle attività predilette dei turisti che arrivano a Chiloé. Anche la cucina chilotas è una mescolanza di culture, che ha raggiunto però, un'identità propria; il curanto, per esempio, uno dei piatti tipici dell'isola, è basato su frutti di mare e carne cotti al vapore su pietre calde, coperti da grandi foglie di nalca, sotto terra; si mangia con chapales e milcao, che sono come delle frittatine o panini fatti con patate. Info su Chiloé e sul turismo nel Cile, nel sito ufficiale del Turismo del Cile, in inglese, francese, spagnolo, tedesco



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