A due anni di distanza dallo scandalo francese delle protesi Pip, diversi legislatori nazionali sono corsi al riparo adottando dei provvedimenti specifici sulla materia. Proprio dalla Francia sono giunte le regole più severe, con l’applicazione di revisioni di ordinamento che limitano l’esecuzione di alcuni interventi agli specialisti, che sono gli unici che possono operare nelle strutture dedicate.
In Inghilterra, invece, il governo ha spinto affinchè venisse compiuta una indagine approfondita sulle caratteristiche, sugli usi e sui costumi della medicina e della chirurgia estetica inglese: una base di studio che potrebbe presto condurre a regole più severe per le cliniche nelle quali vengono effettuati gli interventichirurgici estetici, e per i professionisti che – pur di conseguire un allargamento del proprio portafoglio di clientela, spingono sulla leva pubblicitaria e promozionale per raggiungere tale obiettivo.
Anche l’Italia, in materia, ha fatto la sua parte: il nostro Paese ha infatti adottato, appena cinque mesi fa, la c.d. legge Martini, che vieta le operazioni di chirurgia estetica non ristrutturative sulle minorenni, e stabilisce che solamente i chirurghi specialisti possono eseguire interventi di mastoplastica, per l’aumento del seno.
L’esempio austriaco sembra tuttavia costituire porto d’approdo per i legislatori nazionali a causa della sua severità: a Vienna dal 2013 non si potranno effettuare interventi a fini estetici nei pazienti minori di 16 anni, mentre per quelli compresi tra i 16 e i 18 anni è richiesto il consenso dei genitori e una valutazione psicologica obbligatoria. Gli interventi dovranno inoltre essere eseguiti solo da chirurghi plastici certificati.