Chissà perché quando si nomina la chirurgia plastica a Milano, come nel resto d’Italia, s’immaginano subito interventi che coinvolgono le donne. Lo sapete che invece in Italia i ritocchi al maschile sono un numero costante da molti anni? Un mercato che senza dubbio non conosce crisi, come invece accade in altri paesi d’Europa.
In Gran Bretagna per esempio, secondo la BAAPS – British Association of Aesthetic Plastic Surgeons sono sempre meno gli uomini che decidono di andare a modificare il proprio aspetto. Pancetta, naso prominente e rughe sono stati praticamente sdoganate all’ombra del Big Ben.
In Italia invece, quando si parla di chirurgia plastica maschile si scopre che ci sono una serie di interventi che sempre più spesso gli uomini nostrani vanno a richiedere al medico in grado di eseguirli. Parliamo quindi di lipoaspirazione ai fianchi, riduzione della ginecomastia, lifting al viso e al collo: interventi di chirurgia plastica che continuano a crescere ogni anno. Ma possiamo aggiungere anche la rinoplastica, spesso fatta con la scusa di respirare male o la plastica addominale, per scolpire senza palestra un punto del corpo a cui gli uomini tengono molto.
La spiegazione di questo amore fedele e costante nei confronti della chirurgia plastica da parte del maschio italiano, può essere senza dubbio spiegata con due concetti, che comunque sono tra loro collegati. Da un lato finalmente gli uomini possono decidere di intervenire sul proprio fisico, senza essere considerati frivoli. Anni fa confessare di essersi rifatto il naso o di aver subito un lifting, significava andare in qualche modo incontro ad una specie di biasimo sociale.
Dall’altra, la sempre maggiore attenzione al proprio aspetto, il desiderio di stare bene con se stessi e trovarsi e farsi trovare attraenti, magari con l’aiuto della *chirurgia plastica* è un sentimento che non ha senso giudicare o condannare. E a cui sempre più italiani non sanno rinunciare.