“Anche a me vengono le stesse domande… E non abbiamo le risposte… E rimane la tristezza… E un giorno capiremo…”. E questo sarebbe un finissimo teologo? Ma fatemi il piacere.Meglio, meglio, mille volte meglio il professor Roberto De Mattei, che dinanzi alla stessa domanda ha – tutto sommato – dimostrato di sapersela cavicchiare decentemente con la dottrina. Perché – carte alla mano – la risposta cattolica alla domanda posta dalla piccola Elena è proprio quella: il peccato originale ci fa tutti colpevoli, in partenza, senza differenza; e scontiamo con la morte la colpa di esser carne; e le catastrofi naturali hanno un loro ben preciso ruolo nell’economia della salvezza dell’anima; e sono mezzo di espiazione; sicché la morte di un bambino innocente sta nel progetto di un Sommo Bene che include pure lui.E il vecchio Ratzinger? Poteva almeno pigliare da I fratelli Karamazov quella storiella del bambino che tira pietre ai cani – e i cani lo sbranano, e la madre si dispera: un giorno, spiega Alëša, madre e figlio saranno in Dio e lì comprenderanno che quanto è accaduto era cosa buona e giusta – poteva almeno rifugiarsi nella letteratura, il vecchio Ratzinger. Niente. Farfuglia quattro puttanate consolatorie, come un pretonzolo di quelli dolciastri.Immagino l’obiezione, direte che era la risposta a una bambina? Ma è una bambina in età da Catechismo: su un punto così importante, la più alta cattedra se la sbriga con un “non abbiamo risposte”? Ma va’ a cagare, allora. (Chissà come si dice in giapponese.)
“Anche a me vengono le stesse domande… E non abbiamo le risposte… E rimane la tristezza… E un giorno capiremo…”. E questo sarebbe un finissimo teologo? Ma fatemi il piacere.Meglio, meglio, mille volte meglio il professor Roberto De Mattei, che dinanzi alla stessa domanda ha – tutto sommato – dimostrato di sapersela cavicchiare decentemente con la dottrina. Perché – carte alla mano – la risposta cattolica alla domanda posta dalla piccola Elena è proprio quella: il peccato originale ci fa tutti colpevoli, in partenza, senza differenza; e scontiamo con la morte la colpa di esser carne; e le catastrofi naturali hanno un loro ben preciso ruolo nell’economia della salvezza dell’anima; e sono mezzo di espiazione; sicché la morte di un bambino innocente sta nel progetto di un Sommo Bene che include pure lui.E il vecchio Ratzinger? Poteva almeno pigliare da I fratelli Karamazov quella storiella del bambino che tira pietre ai cani – e i cani lo sbranano, e la madre si dispera: un giorno, spiega Alëša, madre e figlio saranno in Dio e lì comprenderanno che quanto è accaduto era cosa buona e giusta – poteva almeno rifugiarsi nella letteratura, il vecchio Ratzinger. Niente. Farfuglia quattro puttanate consolatorie, come un pretonzolo di quelli dolciastri.Immagino l’obiezione, direte che era la risposta a una bambina? Ma è una bambina in età da Catechismo: su un punto così importante, la più alta cattedra se la sbriga con un “non abbiamo risposte”? Ma va’ a cagare, allora. (Chissà come si dice in giapponese.)
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