Chitarrista ritmico o altro? corso base per il vero guitar hero

Creato il 05 giugno 2013 da Postpopuli @PostPopuli

di Chiara Daino

“Chitarrista ritmico o altro? Corso base per il vero guitar hero”

da Wikipedia

«Signore, è stata una svista, abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista».

E così Ivan Graziani, indimenticato Nume tutelare, pregava per una precisa categoria, artistica, umana e – sovente – patologica, al limite del: patetico. Non fraintendermi, mio Geniale Lettore, non è mia intenzione generalizzare e condannare tutti i chitarristi del pianeta [generalizzo e condanno solo i *poetintimi emobucolici*, ma è discorso altro], quanto più: tentare, con piglio medico, stilare elenco primo e provvisorio dei morbi e delle affezioni che piagano i cosiddetti «Manici».
Riassumendo: tutto quello che un Chitarrista vero non dovrebbe essere e non vorrebbe diventare [Ronnie James mi perdoni per questo fraseggiare alla Montale].

1) Il chitarrista da spiaggia: incontrastato sovrano dell’età adolescenziale, delle feste estive e delle merendine pasquali [ferocemente odiato dai pianisti che vantano non pochi problemi a caricarsi *sulla spalla*, checché ne canti Venditti, il proprio strumento]; gode di popolarità e ammirazione finché il suo migliore amico, cornificato e vendicativo, non gli chiederà una canzone fuori dal suo repertorio. E grazie a quel dimonio di Malmsteem – riconquisterà la donna rubata e riderà alla Burt Simpson.
Destino preconizzato: cover band dei Litfiba o di Ligabue. Antidoto: dichiarare sempre 16 anni, anche se sessantenni con prostatite acuta.

2) Il chitarrista maniaco: «tu non puoi capire!»; è questo il mantra del chitarrista maniaco che incarna la nemesi del chitarrista da spiaggia. Indiscutibilmente solista, il chitarrista maniacoavvincerà gli astanti per tre minuti grazie a scale mutuate dal frullare Vai/Van Halen/Satriani/Petrucci/Gilmour; li stupirà per altri cinque minuti mescolando Tafolla/Metheny/Govan/Fripp/Boillet; li stremerà per un altro quarto d’ora concertando Timmons/Rhoads/Moore/Friedman/Desiderio – per poi insultare tutti dopo che una voce dal pubblico avrà paventato un timido: «ma un bel giro di Do, ti fa proprio schifo?».
Destino preconizzato: o entrare, per miracolo, nei G3 – o ingrassare la schiera delle tribute band Metal. Antidoto: iniziare ogni solo a pubblico in coma etilico.

3) Il chitarrista ritmico: detto comunemente «seconda chitarra» è vittima del suo ruolo di seicordeda riff. Il chitarrista ritmico, alla stregua di un riempitivo, non è considerato – se non per i cazziatoni che, inesorabilmente, la prima chitarra e tutti gli altri membri della band, grandineranno sul suo suono «troppo anonimo» e sulle sue manie di protagonismo, unicamente per avere osato esprimere un’opinione.
Destino preconizzato: serial killer. Antidoto: fondare un gruppo proprio; eleggersi prima chitarra e vessare un altro chitarrista ritmico, in uroborica istigazione al chitarristicidio.

4) Il chitarrista riciclato: apoteosi de «l’agnello sacrificale», il chitarrista riciclato – è chitarrista che, per penuria di membri, è riqualificato come bassista. Similmente: bassista che, sempre per motivi contingenti, è riciclato come chitarrista.
Destino preconizzato: insultato senza pietà, parimenti, da bassisti e da chitarristi. Antidoto: essereLemmy Kilmister. In alternativa: come per Burzum, dedicarsi al sintetizzatore perché, in carcere, sarà unico compagno di cella ammesso [giacché i chitarristi ritmici, da tempo, vivranno tutti rinchiusi e reclusi in qualche manicomio criminale sito in Alaska].

5) Il chitarrista incompreso: detto anche «3accordimbarazzanti», il chitarrista incompreso lacrima più tragedie di quante narrate da Florence Montgomery; ha una vita jazz; un’anima blues; un carisma punk e una sonorità funky con punte noise. Ignorato dai contemporanei, è conscio essere «lo meglio», ma il mondo non è pronto per la Sua rivoluzione musicale.
Destino preconizzato: insegnante di chitarra per giovani emo distimici. Antidoto: plagiare i Ramones o trovare una iena commerciale come il manager dei Sex Pistols.

da therockblog.net

6) Il chitarrista hobbista: infermità per eccellenza. Capace d’intendere e di volere, il chitarrista hobbista – assicuratore, barman, commercialista, droghiere, ferroviere, ingegnere – giurerà umiltà, rispetto per i chitarristi professionisti e si scuserà per occupare un palco che non ha sanguinato, che non si è meritato. Ribadirà suoni la chitarra solo per divertirsi, salvo poi sentirsi Criss Oliva e insultare chi, benché si mantenga come possa sopravvivendo d’Arte, cerchi produrre e diffondere brani originali.
Destino preconizzato: talent show televisivo o sagre di paese. Antidoto: non pervenuto.

7) Il chitarrista poeta: il «brutto male» della seicorde, giacché siamo tuttipolitically correct e non si possa scrivere sia «il K» di ogni Gitarre. Ilchitarrista poeta è paraculo e – ficcando il jack nello sfintere del pietismo – parassita ogni morto celebre [da De André a Gaetano; da Modugno a Stratos; da Tenco a Jannacci]. Mosso da *purissimo* intento sociale, dichiara ogni suo concerto: un omaggio. Ai grandi. Crepati.
Destino preconizzato: concerto del 1 maggio a Roma. Antidoto: essere un Poeta. Maiuscolo.

Coro da STADIO: «ed è per questo che a Te la gente tutto Ti perdona…
[Perché dicono]: guarda come suona la chitarra, quel grande figlio di puttana».

Con tutto il rispetto per le Mamme
e per le Puttane, come me…

Con Amanda Palmer Vi intono:
You’re my guitar hero
You’re my guitar hero
You’re my guitar hero
You’re my guitar hero

E spolmono al ritmo delle Chicks on Speed:

WE DON’T PLAY GUITARS!

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