La testa sopra un cuscino
morbido vorrei poggiare e chiudere
gli occhi una volta ancora, almeno.
E sprofondare in una specie
d’oblio vivo, fremente di piaceri
inenarrabili, di sorprese
che superano il mio confine;
E assaggiare l’inconosciuto senso
della quiete, dove è permesso
non vigilare. E cullare
il mio sangue che scorre quieto
nell’attesa di impennarsi, allegro.
Una volta sola, prima di riaprire
i miei occhi per sempre. Non è
una dolce morte, ma una lieve
pausa gonfia
di miele, di gocce
d’oro e d’incenso.
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