Con questo cocktail di emozioni agrodolci nello stomaco e poche ore di sonno alle spalle, io e Francis ci vestiamo a lato della strada prima dell’alba. Intanto
Attraversata la sassaia iniziamo a lanciare, ma nessun segno di vita anima le pozze ancora al buio. Nessun colpo ferma la corsa dei nostri rotanti, nessuna testata blocca i nostri ondulanti, nessun fremito scuote le nostre canne. In compenso molte bestemmie affollano i nostri pensieri. Risalgo ancora qualche metro per provare la fortuna in un raschio, ma il primo lancio non dà frutti. Francis ne muove una che si slama subito. La seconda volta invece la passata dell’artificiale si arresta bruscamente, vedo una pancia arrotolarsi
Intanto passano Franco e Francesco in macchina, diretti verso il tratto turistico, Franco perché vuole impratichirsi a mosca e Francesco perché si è riavvicinato alla pesca da poco. Pietro, galvanizzato dalle catture, scrive messaggi su quanto ci sarà da divertirsi. Ed è vero! Francis ne tocca un’altra e io, sul filo della corrente attacco un’iridea salterina che si slama durante un carpiato. L’acqua porta le tracce di bollate e cacciate a ripetizione. Ancora qualche altro metro verso monte e ancora una pancia che si arrotola alla fine della mia lenza, questa volta però è un ibrido, a chiara predominanza marmorata, dai colori scurissimi e una ferita tra le pinne pettorali.
Intanto inizia a piovere, si alza il vento e l’attività dei
- Franco prende una trotella a secca;
- racconto una storia poco interessante a Pietro;
- Francis rovina sulle rocce mentre mima una nuova tecnica di recupero;
- Pietro prende un paio di trotelle;
- senza ricordarmi di averlo già fatto, ripeto la storia poco interessante a Pietro;
- perdo molti artificiali e ne “spaletto” altrettanti;
- il poco sonno induce uno stato di demenza compulsiva;
- scarlighiamo su svariati terreni;
- la terza volta che provo a raccontare la stessa storia a Pietro mi sorge il dubbio di averlo già fatto, ma vado avanti comunque;
- vediamo Franco e Francesco driftare con la smart;
- lanciamo fino a buio fatto sperando nel coup de… soir;
- tornando alla macchina provo a raccontare per l’ennesima volta la stessa storia, ma vengo stranamente zittito.
Guidando nella notte verso Milano penso ai prossimi mesi, alla necessità di reinventarsi, cambiare perché nulla cambi: lucci, aspi, siluri, cappotti. Finché, come ogni anno, non aprirà di nuovo la trota e torneremo a vagare sulle sponde dei fiumi alla ricerca del nostro sogno.
Rock ‘n Rod!