Chloe dykstra e un bel po' di pheega dall'e3, che nulla capisce di videogiuochi

In realtà poi, queste sono le solite booth babes di Los Angeles (giusto un filo meno puttanoni delle vecchie edizioni) e quindi niente di sorprendente nel fatto che non capiscano una fava di videogiochi. La cosa drammatica è che a questo livello, per esperienza diretta, ci sono 3/4 degli operatori del settore (in Italia poi, lasciamo perdere). Resto sempre dell'avviso che per portare avanti una professione a determinati livelli occorra studiare e se per queste qui, che di professione devono attirare nerd verso il prodotto, alla fine non serve sapere, magari per uno che lavora, che so, in un publisher, sarebbe il caso di farsi due ragionamenti. Per stemperare il tono maschilista poi, aggiungo che incredibilmente, alcune tra le migliori persone con cui ho lavorato, sono femminucce. Anzi, sicuramente le migliori.
Trattamento a parte merita Chloe Dykstra, l'intervistatrice presente in video. Classe 1988, fatevi due conti. Chissà se è veramente preparata o non capisce una mazza come le altre. Qui un po' di info.