Choosy no, ma fessa nemmeno!

Creato il 29 gennaio 2013 da Abattoir

martedì 29 gennaio 2013 di Marilisa Dones

In un mio post dell’anno scorso parlavo di giovani e lavoro e di come Guidi invitasse loro (ci invitasse, quindi) a lasciare l’Italia.
Alcuni miei amici l’hanno fatto, altri sono emigrati al Nord e nel bene o nel male hanno trovato un posto più o meno comodo nel mondo. Ma parliamo sempre di lauree spendibili, leggasi Economia e Ingegneria, per lo più.
Un caso a parte siamo noi laureati in materie umanistiche
Siamo una razza differente, è vero. Per molto tempo le nostre lauree in Lettere o in Filosofia sono state guardate con un p0′ di sufficienza.
Ma io credo che qualcosa stia cambiando. Ne sono sicura e ci voglio credere.

Come mio solito, ho colto un (si spera) momentaneo decremento del lavoro come opportunità per mettere in gioco me stessa.
Dal momento che ho più tempo libero, ho seguito un corso di copywriting (di cui sono molto soddisfatta), organizzato dal team Pennamontata, capitanati dalla masterchef in fuxia Valentina Falcinelli, una copy che ha fatto della sua creatività un mestiere.
Ho così iniziato a coltivare alcuni miei progetti personali e ho accelerato lo studio di tutto quello che concerne la social media comunication.

Ho ovviamente inviato cv qua e là e ho risposto ad annunci che ho pensato potessero fare al caso mio. È una fase di dovere. Ovviamente nessuno mi ha chiamato. Manco a dirlo.
Difficilmente, infatti, un’agenzia di comunicazione verrebbe attratta da una tipa di 30 anni, dislocata in Culonia (leggasi Palermo), che ha “solo” quattro anni di esperienza come editor in testi tecnici e che si occupa di digital comunication. Questo mondo gira da Roma in su. Si sa. Ma va beh.

Fino a quando, il giorno del mio compleanno, mi giunge una e-mail con oggetto Proposta di webcontent management. Mi dico: è fatta! Finalmente!
La apro e comincio a leggere:

Gentile Candidato,

Qualche mese fa ha inserito il suo curriculum nei nostri sistemi dichiarandosi interessato a proposte di webcontent.

Se ancora interessato abbiamo una proposta per Lei.

Si tratta della redazione di articoli brevi.

Inutile nascondere il mio giubilo. Non riuscivo a credere ai miei occhi: mi contattavano per scrivere. Forse il mio sogno si sta realizzando, penso. Ma tengo i piedi per terra e proseguo nella lettura.

Mi spiegano quali sono i parametri da seguire e gli argomenti da trattare – ignoravo che si potesse scrivere qualcosa in merito ai temi proposti, ma mi dico “Ok, sarà una sfida” – per i quali verranno indicate una serie di parole chiave che dovranno essere presenti nel post un determinato numero di volte..

Uno dei requisiti è che il testo non deve contenere meno di 250 parole e deve essere un contenuto originale.
Ma il bello, cari miei, deve ancora arrivare.
Mi spiegano che non c’è un massimo di articoli da scrivere, ma un minimo: 25 al giorno.

A questo punto il criceto che abita nel mio cervello dice: “Cooosa?? Vogliono scritti 25 post al giorno? Questi son matti”.

Qui, comincio a subodorare la “sola”… e vado avanti.
Mi sottolineano che questo è nel mio interesse perché posso guadagnare quanto voglio.

E se a metà dell’e-mail la cosa mi puzzava, adesso ho proprio bisogno di aprire la finestra e cambiare l’aria.
Arriviamo poi al tasto dolente. Il pagamento.

Signori e signore la remunerazione è niente popodimenoché la bellezza di 0,66+iva ad articolo.
A questo punto mi dico che non può essere vero, avrò letto male. Rileggo. Ho letto proprio bene.
Adesso sì che sono indignata.

Ma poi arriva la conclusione che, puntuale come la ciliegina sulla torta, come un regalo non azzeccato per il mio trentunesimo genetliaco, mi fa andare in bestia:

Una volta innescato il meccanismo si possono arrivare a scrivere 70/80 pezzi in mezza giornata.

Il che equivale a circa 64 euro al giorno, che in un mese fanno circa 1920 euro.

Ora, io non so quale siano i tempi e le modalità di scrittura degli altri web writers, ma io, quando devo scrivere un articolo su un argomento tecnico, ma anche leggermente non afferente alla mia sfera di competenza (e nemmeno), mi documento, cerco notizie, stendo il testo, lo limo. Insomma ci lavoro su.

Per un articolo (è vero, più lungo di 250 parole) impiego almeno 2 ore, più o meno.

Quindi, considerato che potrei lavorare, volendo essere stacanovisti, un massimo 12-13 ore al giorno, potrei scrivere al massimo 6 post al giorno. Diciamo 10, per essere generosi. Ma non certo 25!

Dal momento che, anche se sono una giovane web writer e ho poca esperienza, ho comunque una professionalità da difendere, decido di rispondere utilizzando un’arma a me congeniale, il sarcasmo nerd. E scrivo:

Si rivolga a R2D2, lui sarà felice di “innescare il meccanismo”.

Cordialità

M.L.D.

Prima di raccontarti l’epilogo della vicenda. Ti spiego subito perché l’ho fatto. Potevo cestinare direttamente l’email, lo so. Ma non avrei scoperto quanto sia tracotante e senza vergogna la gente. Perché di questo si tratta.

Non è che io sia choosy, come qualche mese fa diceva la Fornero, però penso che ci sia un limite a tutto.

E di due cose sono sicura:

  1. Non intendo fomentare queste barbarie da crisi.
  2. Non voglio svendermi in questa maniera che rasenta la follia, se non lo schiavismo.

Ma, mio giovane Padawan (tanto per restare in tema di Star Wars), la Morte Nera della scrittura on line non si ritira in un silenzio di vergogna. No!
Lui (o lei) mi risponde anche (…) e in questo garbato modo:

sarà, ma sarà anche per questo che certi lavori (e quindi clienti e fatturato) finiscono in altri paesi…

e non certo tanto lontano… parliamo di francia e germania…

forse sarà anche per questo che loro (e i loro giovani) stanno meglio di noi (e dei nostri giovani)…

Cordialità…

In pratica questo (o questa) mi ha detto che me la tiro, per giunta! Mi prende per i fondelli, non c’è dubbio. E lo fa senza firmarsi né qualificarsi.

Ora, io dico, va bene la crisi, va bene che non c’è lavoro, va bene che ci dobbiamo accontentare.

Ma accontentarsi deve equivalere necessariamente ad accettare lavori poco gratificanti come questo che mi si è presentato?

Io sarò anche snob e presuntuosa, ma penso che la mia professionalità e la mia passione in quello che faccio valgano un tantino di più di 0,66+iva.

Questo mi basta.

Ma di motivi di indignarti ne trovi a bizzeffe, quando cerchi lavoro. Ti può capitare di trovare degli annunci di lavoro molto interessanti che si concludono con un finale a sorpresa, degno di Biutiful. Della serie “perché io non sono tuo padre, ma tua zia!”. E ti capita anche di trovare un’agenzia che cerca uno/a web copywriter che si occupi della stesura di testi per siti web e del consolidamento dell’immagine sui social network attraverso l’inserimento di contenuti e che gestisca i profili aziendali. Si richiedono conoscenze SEO e delle logiche del web 2.0 e basi di web marketing.

L’inquadramento e la retribuzione saranno concordati in base all’esperienza e alla capacità del candidato.

Mi dico, bene, questo fa al caso mio! E poi, sbatabam:

E’ richiesta bella presenza. I Curricula sprovvisti di foto non saranno presi in considerazione.

Ma – mi consenta (direbbe il CavaliereMascarato) – state cercando un professionista della scrittura o una promoter/modella/fidanzata? Che vi frega se sono una cozza se scrivo bene e so quello che faccio e potenzialmente posso svolgere egregiamente il mio lavoro? In fondo, devo stare dietro uno schermo, non sculettare e indossare capi da Sex&theCity. Teoricamente potrei venire in pigiama e struccata e non dovrebbe interessarti, se scrivo bene.

Davanti questi episodi, io resto davvero senza parole. Anzi le parole ce le ho, eccome. Che dite, rispondo all’annuncio e gliene dico quattro? :-)

Questi – purtroppo ne sono amaramente consapevole –  sono solo esempi di quello che è oggi il mercato del lavoro. Sono sicura che tutti i giovani abbiano un episodio (o più) da raccontare, anche se riferito a  campi diversi, ahimé.

Ma la mia sfida è questa: raccontarlo! Magari non risolveremo granché, è vero, ma quanto meno proveremo con le nostre esperienze a far riflettere alcuni nostri colleghi prima di accettare queste offerte di lavoro che non sono nemmeno degne di questo nome.

Che la forza sia con te!

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