Il suono di questo disco è povero in dinamica, piatto e lontano, confuso, con una sezione ritmica assolutamente penalizzata che non emerge e non ti fa vibrare, come se si ascoltasse una musica che arriva dalla stanza del vicino. È in effetti stato registrato in cinque giorni in un fienile (o quasi) dalle parti di Pavia nell'agosto dello scorso anno.
Anticipato questo, le canzoni sono bellissime, le voci romantiche, le armoniche ed il sax evocativi, le tastiere struggenti, le chitarre affilate e malinconiche.
Me and the Devil è un disco che a discapito di una qualità da demo si avvicina molto ad essere un C A P O L A V O R O.
Frutto della collaborazione democratica fra il mitico Chris Cacavas dei mai abbastanza rimpianti Green On Red ed Edward Abbiati dei nazionali Lowlands, è un disco che non ti aspetti, che ti colpisce, ti sconvolge, ti arruffa, un disco che evoca nostalgie di un passato romantico fatto di dischi degli anni ottanta come Gravity Talks, The Lost Weekend, True Believers, Beat Farmers, (Fleshtones), (Del Fuegos), come pure il convitato di pietra, i Crazy Horse di Neil Young.
Un garage rock rurale psichedelico visionario come un film. Canzoni intense che mettono subito in chiaro di non essere dei segnaposto, ma al contrario delle iniezioni endovenose di emozioni e di sentimenti. Le voci ipnotiche, le tastiere lontane, l'echeggiare delle armoniche, l'incidere del sax, mi trascinano in un vortice onirico fatto di ricordi agrodolci, di paesaggi polverosi, del blues della cotton belt con il satanasso al crocevia, di strade dritte che si perdono all'orizzonte, di amori perduti e dimenticati, di loser e sognatori.
È già uno dei miei dischi preferiti, un lavoro che sarebbe un peccato MORTALE ignorare (ma che magari si potrebbe rimixare).