Ricevo questo scritto da Christian Tito, che ringrazio di cuore
Una non recensione a Compitu re vivi di S.Aglieco
Devo confessare una cosa: credo di non essere in grado di scrivere recensioni ai libri di poesia che leggo, anche quelli, anzi, forse, soprattutto quelli che amo di più. Ho con le recensioni un rapporto ambivalente. Qualcosa dentro me si chiede a cosa possano servire, che senso ha aggiungere parole alla poesia poiché a questa, in teoria, non dovrebbe essere necessario aggiungere parola alcuna. Dovrebbe aver detto tutto ciò che aveva da dire solo con le parole scelte dal suo Autore. Poi mi capita, qualche volta, di leggere recensioni che , non solo minano questo mio, chiamiamolo, pregiudizio, ma, per fortuna, mi portano a tentare di spazzarlo via e a provarci una volta ancora. Ed è lì che di nuovo mi blocco: non ci riesco. Ho letto un po’ di mesi fa “Compitu re vivi” di Aglieco e ne sono rimasto estremamente colpito. Lo considero uno dei più bei libri di poesia che ho letto negli ultimi anni. Visto che sono stato proprio da Sebastiano chiamato a supporto, insieme a diverse altre persone, per scrivere recensioni o segnalazioni di libri di poesia ( amati o per lo meno ritenuti importanti) mi sono detto che non c’era occasione migliore per partire proprio dal suo libro. Ci ho provato almeno una dozzina di volte e niente, proprio niente. Allora, frustrato, ho deciso di informare direttamente l’Autore di questo mio desiderio insoddisfatto. Lui mi ha teneramente rassicurato con queste parole : “ ci sono tanti modi di esprimere gratitudine; innanzitutto un modo di porsi, ed è quello che preferisco al di là del fatto che una recensione possa venire oppure no. Tra l’altro sta passando un questionario per valutarne la validità – servono ancora le recensioni? – non lo so e non mi interessa. Si tratta di un modo per mettersi in contatto.” E’ vero, ecco a cosa servono le recensioni: è un modo, una possibilità, per mettersi in contatto. Laddove assistiamo a un individualismo esasperato ed esasperante che mina alla base il concetto di comunità nel tessuto connettivo della nostra società, qualsiasi possibilità di mettere in contatto le anime che la costituiscono è un bene prezioso che non deve essere ignorato. Da lettore, attraverso le recensioni, sono stato invogliato a “incontrare” dei libri bellissimi . Nei più fortunati dei casi questo incontro , avvenuto dapprima sulla carta , è stato veicolo di incontri reali con gli autori e a volte alla nascita di nuove e preziose amicizie. Da autore, allo stesso modo, sono stato a volte estremamente colpito quando qualcuno che ha recensito un mio lavoro è riuscito a farmi notare cose di cui io stesso sono stato inconsapevole nella creazione dell’opera. Questo è davvero stupefacente. Così come è stupefacente ascoltare quanto diversa può essere l’impressione di diversi uomini su una stessa opera. E’ attraverso scoperte come questa che davvero capisci quanto l’arte sia un inestimabile bene universale capace di ricordare che ogni uomo è unico e irripetibile, ma che ha estremamente bisogno di tutti gli altri per comprendere sé e il mondo.
Insomma, io non so scrivere recensioni, ma credo siano importanti e continuerò a leggere quelle realmente utili e belle che incontro. Però dal libro di Aglieco scelgo la poesia che mi è più cara e ve la mostro. Questo, almeno, lo so fare.
Dono è restare qui
comunque qui, nell’attesa
del nome.
La fiamma si accende fortemente
poi scendono le parole nelle
foglie, appese come attese alla
mia lingua.
Scelgo questa forma
per la promessa dei giorni
qualcosa di solido che non svaria
torri di vedetta al confine del cuore
contro il male che non ha dolore.