Il frutto di questo lavoro certosino è nelle ricchissime note dello splendido Christmas song book, aperto da due meravigliose jazz ballads che ci rapiscono in un mondo dove il tempo reclama una sosta, dove le brutture quotidiane svaniscono d’incanto e ci si concede il lusso di una agognata vacanza per ascoltare i silenzi dell’anima accompagnati dalla classe e dalla voce di una cantante che ormai non sente più l’urgenza di esibirsi per mostrare il suo talento; gli arrangiamenti sono essenziali e sobri ma non austeri, le versioni precedenti dei brani si dissolvono nel nulla; basta ascoltare Old fashion Christmas e The secret of Christmas per capire ambizioni e intenti di un progetto voluto e studiato nei dettagli: chi ama le grandi orchestre da cento elementi e le campanelle delle renne si
Non potevano mancare all’appello alcuni grandi classici evocativi, rivisitati con grande intelligenza, White Christmas, Silent Night, e se qualcuno in qualche recondita parte dell’Universo musicale pensa che la signora Mazzini sia sopravvalutata ascolti la leggerezza e la facilità con cui si diverte ad affrontare le difficili note finali di Let it snow, con buona pace delle tante aspiranti al suo trono. Mina non ci si inventa… Come Giotto che per disegnare il suo cerchio ci mise una vita, per arrivare ad incidere un disco come questo ci vuole una carriera pluridecennale alle spalle e un’intelligenza fuori dal comune perché le cantanti brave e dotate sono tante ma per annullarsi in un brano musicale non basta la voce e un talent show di successo: per catturare l’ascoltatore e trasportarlo in una dimensione di ricerca di intimità per il tempo di un disco occorre carisma, capacità e volontà di comprendere la musica nella sua essenza, occorre essere artigiani e artisti.
Carlo Camboni
Cover Amedit n° 17 – Dicembre 2013. “Ephebus dolorosus” by Iano
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Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 17 – Dicembre 2013
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