Christopher è cattivo

Creato il 06 maggio 2014 da Ninapennacchi

Non mi piace fare post apologetici, ma oggi ne sento il bisogno. Lo faccio con una strana consapevolezza: e cioè che è la prima volta che mi capita, in tre anni, di dovermi difendere tutta da sola.
La cosa mi fa pensare; e, se non ho mai temuto le critiche, mi abbatte però non ricevere neppure una lode, intesa come condivisione di un'emozione.
Ma tornerò su questo alla fine.
Tornando al titolo del post, "Christopher è cattivo". Non ho messo il punto di domanda alla fine, come vedete, perché la cattiveria del protagonista di Lemonade, in questi giorni, è un fatto universalmente accertato.
Ma è cattivo, Christopher?
Se esistesse oggi, sì, indubbiamente. La sua morale sarebbe contraria al sentire comune del mondo contemporaneo.
Ma nel 1826?
Nel 1826, se un uomo voleva sposare una donna e questa non lo voleva, aveva un metodo infallibile per costringerla: la stuprava.
Proprio semplice così.
Oggi possiamo farci venire i capelli bianchi al pensiero, ma al tempo il matrimonio riparatore, in casi di violenza, era sentito come normale. Anche per Chris; vuole sposare Anna e sa con quale mezzo può arrivare all'obiettivo. Il sentire comune, tacitamente, glielo consente; e lui, da pragmatico qual è, lo fa.
È cattivo, dunque?
O è soltanto un uomo del suo tempo?
Non so se qualcuna di voi ha mai visto il film "La moglie più bella".

Una scena da "La moglie più bella", film del 1970


Il film è liberamente ispirato alla vicenda realmente accaduta di Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore dopo uno stupro.
Riporto da Wikipedia:
Il 26 dicembre 1965, all'età di 17 anni, Franca Viola fu violentata da Filippo Melodia[..]. Secondo la morale del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, ossia non più vergine, avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo rapitore, salvando l'onore suo e quello familiare. In caso contrario sarebbe rimasta zitella, additata come "donna svergognata".All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto "matrimonio riparatore", contratto tra l'accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona.[..]Franca Viola diventerà in Sicilia un simbolo di libertà e dignità per tutte quelle donne che dopo di lei avrebbero subito le medesime violenze e ricevettero, dal suo esempio, il coraggio di "dire no" e rifiutare il matrimonio riparatore.

Vi consiglio di leggere tutta la sua storia, è stupenda.
Quello che mi premeva sottolineare era che eravamo nel 1965.
Mille.
Novecento.
Sessanta.
Cinque.
Tanto si è dovuto aspettare prima di dire che no, se mi stupri e poi mi sposi, non va mica bene.

Scena da "La moglie più bella"


Leggo che Lemonade fa passare un messaggio sbagliato, assolutorio contro la violenza sulle donne, maschilista. Sono evidentemente l'unica a pensare che il suo messaggio sia esattamente il contrario: e cioè che la sconfitta totale di Christopher, alla fine del libro, dimostri non solo a noi (che lo sappiamo già), ma a lui stesso, che il suo modo prevaricatore, "maschile", di intendere il mondo e la vita, è sbagliato, fallimentare. E il fatto che Chris lo capisca, al termine del libro, lo rende persino un uomo illuminato per i suoi tempi, per quanto la cosa suoni incredibile alle vostre orecchie.
Io lo considero persino femminista, Lemonade, per farvi capire il distacco totale, l'alienazione che vivo in questi giorni nel mio rapporto con le lettrici.
Giustifico lo stupro? Se avessi voluto fare una cosa del genere, non l'avrei mai descritto come ho fatto, cercando di trasmettere dolore, disagio, umiliazione. L'avrei piuttosto descritto in modo indolore, come fa ad esempio la Woodiwiss ne "Il fiore e la fiamma". Qui il protagonista stupra la protagonista tre volte di fila (con l'unica motivazione che lei "è bella"), ma le lettrici non ne restano scosse. Perché? Semplice, quella della Woodiwiss è un'edulcorazione della realtà; ragazze, mi dispiace informarvene, ma uno stupro non è così. Non può essere "delicato", fa inevitabilmente un male cane. Persino il ginecologo ci fa male, se siamo tese durante la visita! Una ragazza non pronta a ricevere un uomo sanguina, si lacera (anche se non è vergine), tira inconsciamente i muscoli e cerca di tenere fuori l'invasore. Tanto che Chris, per riuscire a penetrare Anna, deve prima tramortirla con forti schiaffi. Prassi comune degli stupri, questa degli schiaffoni, tra l'altro: lo scoprii frequentando un corso di autodifesa, dove la prima cosa che ti insegnano è a proteggerti il volto con i gomiti.
Comunque, la finisco qui, e torno alla cosa che avevo accennato a inizio post.
La "solitudine" che provo in questi giorni, una poca sintonia con il mondo, o meglio, una mancanza di emozioni che credevo condivise tra me e una parte, seppur minoritaria, di lettrici.
Un po' è il target che è sbagliato. "Romanzo rosa" è troppo ampia come definizione. Ma non mi sento di categorizzarlo come romanzo "storico". Io lo considero un romanzo rosa, nel senso che parla di una storia d'amore a lieto (per me) fine, ed è rivolto a un pubblico femminile.
E quindi?
Quindi devo trarre delle conclusioni.
Il fatto è che quando si scrive, ha senso farlo se il tuo libro dà qualcosa a chi lo legge, se raggiunge le persone giuste, quelle che "avevano bisogno" di quel libro, di quelle emozioni.
Ma se ti accorgi che nessuno ne ha bisogno, come me in questi giorni. Allora, che senso ha?
PS. Ho scritto questo post perché ne sentivo il bisogno, non per spingervi a "difendermi" in giro. Anche perché diciamolo, anche se adesso ve ne venisse la voglia, ah! È troppo tardi: se non è spontaneo, non mi piace... resto una romanticona, dopotutto.

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