Chuck Norris vs. Communism - Recensione

Creato il 01 febbraio 2016 da Lightman

Chuck Norris vs Communism è un documentario che ci porta alla scoperta di una pagina storica, cinefila e sociale, fondamentale per aprire le porte alla Rivoluzione romena del 1989.

Irina Niston è un nome che, come è ovvio, non suggerisce nulla al pubblico italiano. Ma per l'intero popolo romeno è stata The Voice, la voce che durante la dittatura comunista di Nicolae Ceausescu contribuì a doppiare migliaia di film distribuiti illegalmente in tutto il Paese. Il regime infatti vietava la diffusione di pellicole occidentali, in quanto queste avrebbero mostrato alla gente le bugie del loro leader e la florida situazione economica di realtà demonizzate dall'allora imperante ideologia. Questa coraggiosa donna, insieme al collega (e membro dei servizi segreti in incognito) Mircea Cocojaru e a Teodor Zamfir, fu la mente dietro alla distribuzione clandestina di videocassette, e fece conoscere, attraverso il mezzo del Cinema, il mondo esterno ai suoi compatrioti, primo tassello per dare inconsapevolmente(?) vita a quei vagiti di protesta che condussero alla rivoluzione nazionale del 1989.

Cinema rivoluzionario

Questa vicenda dalla notevole importanza storica strettamente legata alla Settima Arte è narrata nel bel documentario, cui già il titolo è tutto un programma, Chuck Norris vs. Communism, prodotto grazie ai finanziamenti crowfounding su Indiegogo e proposto nei giorni scorsi alla 27esima edizione del Trieste Film Festival. La regista esordiente Ilinca Calugareanu si pone con uno sguardo lucido e sensibile, alternando filmati d'epoca ed interviste a spettatori di allora e al trio di veri artefici della diffusione clandestina con sequenze girate per l'occasione a ripercorrere quel turbolento periodo. Ad inframezzare il tutto diversi spezzoni di film occidentali, con una maggiore predilezione per il genere action, quello più in voga tra i ragazzini ed adulti del tempo: lo stesso Chuck Norris, Van Damme, Bruce Lee e Sylvester Stallone divennero infatti veri e propri eroi il cui coraggio e la voglia di non mollare mai spinsero la gente, abituata sino ad allora ad una tv monopolizzata dai discorsi del dittatore, a credere in qualcos'altro che non fosse la dottrina comunista. La scoperta di posti esotici, lo sguardo verso realtà ricche e benestanti furono un vero e proprio shock per persone figlie del ferreo regime, tale da dare vita a un nuovo modo di pensare e vedere la realtà circostante. La paura di essere scoperti, le dure punizioni per chi veniva trovato a infrangere le leggi e i mezzi messi in atto da Zamfir per corrompere i piani alti dei servizi segreti, i primi a fruire con gioia delle videocassette pirata, sono messi in scena con uno stile da docu-fiction scarno e semplice che ben si amalgama con le parole dei diretti interessati, nella riscoperta di una pagina sconosciuta ai più ma fondamentale per la passione cinefila e sociale di un'intera nazione.

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