Chuck Parello: Ed Gein, il macellaio di Plainfield

Da Scenamadre
Gli "appassionati" di serial killer sapranno sicuramente di chi stiamo parlando; per gli altri basti sapere che la vicenda di Ed Gein, un pacifico campagnolo della provincia americana, è stata al centro della cronaca verso la fine del 1957 in quanto venne alla luce che il suddetto personaggio non solo aveva commesso un paio di omicidi, ma nella sua casa la polizia scoprì tutto un assortimento di macabri quanto bizzarri manufatti fatti con resti umani - fra cui anche una travestimento da donna nuda fatto con la pelle di una delle sue vittime - che lo stesso Gein si era procurato profanando le tombe dei cimiteri del posto o mutilando i corpi delle due donne che aveva ucciso lui stesso. Successivamente emerse che questo comportamento era dovuto a un disturbo schizofrenico di cui soffriva la già fragile mente malata di Gein, che era stato plagiata e condotta ben oltre il limite della follia da una madre fanatica religiosa e con delle idee follemete ortodosse sulla sessualità, la cui morte ha segnato l'inizio dell'attività criminale del figlio. La vicenda diede uno scossone non da poco alla sorridente e ottimista (e pure ipocrita, se vogliamo) società americana degli anni '50, e uscirono in seguito almeno tre classici del cinema horror più o meno ispirati a questa storia: Psycho, Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti; a questa vanno aggiunti Deranged e due film, intitolati entrambi Ed Gein, uno del 2000 e un'altro del 2007, che sono la trasposizione vera e propria della vicenda.
Questa è la recensione del film del 2000, che pur avendo trovato un'ampia distribuzione si colloca nell'ambito delle produzioni indipendenti. Il fatto di narrare esplicitamente la vicenda di Ed Gein è un po' un azzardo, dato che se con un personaggio di fantasia ad esso ispirato l'autore può muoversi liberamente, qui invece si è vincolati alla necessità di essere fedeli ai fatti realmente accaduti (o perlomeno una certa verosimiglianza nei confronti di essi); per quanto poco però una certa rielaborazione personale è richiesta dato che nessuno a parte lo stesso Ed Gein sapeva cosa gli frullava per la testa, e quindi fare un film che mostra il tutto dal suo punto di vista è un'ulteriore sfida. Ora dire che questo obiettivo sia stato più o meno raggiunto è difficile dirlo, dato che il regista ha scelto da un lato di non prendersi troppo la libertà di approfondire la psicologia del personaggio ma dall'altro ha compiuto qualche scelta stilistica abbastanza "coraggiosa": due esempi di ciò sono rispettivamente il fatto che gli omicidi commessi da Ed sono rappresentati come qualcosa che lui è costretto dall'apparizione fantomatica di sua madre, e una brevissima scena che mostra Gein in sogno che legge un libro sul nazismo in compagnia di una gnocca nuda ornata di simboli nazisti. Insomma, è tutto abbastanza semplificato, se non proprio - in alcuni momenti - ridotto allo stereotipo che gran parte del precedente cinema (e tv) ci ha insegnato a proposito di pavidi omuncoli che di notte si trasformano in menti criminali.
Alla fin fine comunque per un film di finzione forse non è necessaria un'analisi approfondita, perciò le scelte che ha fatto il regista in tal senso possono essere giudicate in maniera alquanto arbitraria; per quel che mi riguarda, nella sua semplicità il film riassume abbastanza bene il succo della vicenda, ovvero che questo "mostro" in realtà era la vittima di quacosa, sua madre, che pur non avendo commesso omicidi o cose del genere col suo fanatismo era molto più mostruosa di lui. Per il resto, il film mi è sembrato costruito bene, la vicenda non annoia ed è apprezzabile la scelta di partire col racconto "in medias res" evocando tramite flashback il passato del protagonista, interpretato da un attore (Steven Railsback) che, a mio giudizio, se la cava bene.

Inoltre è apprezzabile il fatto che non si sia voluto fare un film splatter (come invece è stato fatto, se ho ben capito, col film del 2007), bensì qualcosa che si concentrasse soprattutto sul racconto dei fatti della vita di Ed Gein. Perciò direi che questo è un film più che guardabile, pur nella sua modestia.

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