Questa è la recensione del film del 2000, che pur avendo trovato un'ampia distribuzione si colloca nell'ambito delle produzioni indipendenti. Il fatto di narrare esplicitamente la vicenda di Ed Gein è un po' un azzardo, dato che se con un personaggio di fantasia ad esso ispirato l'autore può muoversi liberamente, qui invece si è vincolati alla necessità di essere fedeli ai fatti realmente accaduti (o perlomeno una certa verosimiglianza nei confronti di essi); per quanto poco però una certa rielaborazione personale è richiesta dato che nessuno a parte lo stesso Ed Gein sapeva cosa gli frullava per la testa, e quindi fare un film che mostra il tutto dal suo punto di vista è un'ulteriore sfida. Ora dire che questo obiettivo sia stato più o meno raggiunto è difficile dirlo, dato che il regista ha scelto da un lato di non prendersi troppo la libertà di approfondire la psicologia del personaggio ma dall'altro ha compiuto qualche scelta stilistica abbastanza "coraggiosa": due esempi di ciò sono rispettivamente il fatto che gli omicidi commessi da Ed sono rappresentati come qualcosa che lui è costretto dall'apparizione fantomatica di sua madre, e una brevissima scena che mostra Gein in sogno che legge un libro sul nazismo in compagnia di una gnocca nuda ornata di simboli nazisti. Insomma, è tutto abbastanza semplificato, se non proprio - in alcuni momenti - ridotto allo stereotipo che gran parte del precedente cinema (e tv) ci ha insegnato a proposito di pavidi omuncoli che di notte si trasformano in menti criminali.
Alla fin fine comunque per un film di finzione forse non è necessaria un'analisi approfondita, perciò le scelte che ha fatto il regista in tal senso possono essere giudicate in maniera alquanto arbitraria; per quel che mi riguarda, nella sua semplicità il film riassume abbastanza bene il succo della vicenda, ovvero che questo "mostro" in realtà era la vittima di quacosa, sua madre, che pur non avendo commesso omicidi o cose del genere col suo fanatismo era molto più mostruosa di lui. Per il resto, il film mi è sembrato costruito bene, la vicenda non annoia ed è apprezzabile la scelta di partire col racconto "in medias res" evocando tramite flashback il passato del protagonista, interpretato da un attore (Steven Railsback) che, a mio giudizio, se la cava bene.
Inoltre è apprezzabile il fatto che non si sia voluto fare un film splatter (come invece è stato fatto, se ho ben capito, col film del 2007), bensì qualcosa che si concentrasse soprattutto sul racconto dei fatti della vita di Ed Gein. Perciò direi che questo è un film più che guardabile, pur nella sua modestia.