E anzi proprio la lunga permanenza in India avrebbe permesso alla Stefanelli, di professione avvocato, di impratichirsi nell’uso delle spezie che pare le abbia fruttato la vittoria. Tuttavia non solo di curry vive l’uomo e la signora, si occupava anche di uno studio legale, la Stefanelli & Partners legato con una collaborazione esclusiva a uno studio indiano O.P.Khaitan &Co tra i cui soci compare anche l’avvocato Gautam Khaitan, uno dei partner di Haschke e della sua squadra di corruttori. Ora di certo la signora sarà un’abilissima cuoca, ma è inutile negare che sulla sua vittoria, come in tante altre vicende italiane, si stende l’ombra delle spinte che possono aver dato l’influenza e il potere. Alle quali di certo non devono essere insensibili i severi giudici che ormai guadagnano milioni con il sudore delle pietanze.
Mi chiedo anche come venga fatto il casting e con quale criterio vengano selezionati i concorrenti, se ci sia dietro solo l’abilità ai fornelli o l’alchimia non sia di diverso genere. Ma in ogni caso ormai la corruzione è come il prezzemolo finisce in ogni piatto, direttamente, indirettamente, per contatto, per metafora, per parentela. E’ un tipico ingrediente dell’italian taste. E ormai c’è davvero da perdere l’appetito.