“Ci ho visto rosso!”

Da Ilgiornaledeigiovanilettori

Cappuccetto Rosso e il lupo, il gatto e il pesce rosso: due coppie consolidate di antagonisti occhieggiano da altrettanti albi illustrati, che divertono con un pizzico di humor nero… anzi, color cremisi!

Proprio ieri mi imbattevo su Facebook – network dove circolano velocemente idee e spunti – in un interessante articolo di qualche tempo fa del blog di Topipittori sul tema della vendetta nei libri per bambini.

I bambini, lungi dall’essere stolidamente buoni, sono capaci di riconoscere le intenzioni di chi vive loro attorno e di reagire di conseguenza con grande fervore, con sentimenti postivi ma in caso di necessità anche con odio. La condizione di inferiorità dei bambini, in quanto a dimensioni, esperienza e ruolo in seno alla famiglia e alla società, li pone in una condizione di grande insicurezza, che può essere esorcizzata attraverso la rappresentazione del trionfo di un proprio simile (bambino e piccolo animale che sia) nei confronti dei suoi nemici.

Stuzzicata da questo tema, vi propongo di leggere oggi due brevi ma efficacissimi albi illustrati di Marjolaine Leray, entrambi pubblicati in italiano da Logos edizioni. Li avevo già consigliati qualche tempo fa a una piccola lettrice di 5 anni, amante del disegno stilizzato e di storie ironiche. Fra poco scoprirete ancora meglio perchè!

Che all’autrice di Un piccolo cappuccetto rosso e Aprile il pesce rosso piaccia il colore scarlatto non ci sono dubbi. Che i suoi personaggi siano buffi, sfrontati e anticonformisti, anche.

Un piccolo cappuccetto rosso, di Marjolaine Leray, Logos edizioni 2012, 12 euro.

Prendiamo ad esempio Cappuccetto, anzi UN cappuccetto: ce ne sono di innumerevoli a popolare le fiabe e i libri illustrati, che questa sembra solo una fra le tante, destinata a seguire sempre lo stesso noioso copione. Il lupo che la incontra sul sentiero verso casa della nonna, la ghermisce, è pronto a mangiarla con la sua bocca grande, con le sue orecchie grandi, il suo corpo peloso…

… ma qualcosa non va come previsto: Cappuccetto non ci sta a farsi mangiare.

Per di più, ha in serbo per il suo arcinemico una “dolce” ma assai spietata vendetta, che la riscatta dal destino di bimba sciocca e indifesa che qualcun’altro ha scritto per lei e le sue consorelle dal mantellino rosso tanto tanto tempo fa. Vi lascio il piacere di scoprirlo al termine della lettura!

Un piccolo cappuccetto rosso  mette in scena una sequenza di immagini e battute fulminanti (scritte con una irregolare grafia a mano, in nero quelle del lupo, in rosso quelle della bambina) composte in un’inquadratura fissa. Le pagine larghe e strette compongono una sorta di fumetto a  strisce orizzontali, quasi un flipbook. Se si fanno scorrere velocemente le pagine, la sequenza disegnata pare vivacemente animarsi e risalta ancora di più la contrapposizione fra un lupo sempre più scomposto e agitato e un piccola eroina impettita e impunita, che si permette anche di prendere in giro il suo carnefice (e futura vittima) per l’alito pestilenziale!

Aprile il pesce rosso, di Marjolaine Leray, Logos edizioni 2013, 10 euro

In Aprile il pesce rosso il proverbiale protagonista è un avenotto irrequieto, scontento della limitatezza della propria esistenza in una boccia d’acqua.

La voce fuori campo che ne racconta la storia ironizza sulla sua condizione di orfano che immagina i genitori trasformati in sushi (assai improbabile…), e che sogna un futuro più esaltante e avventuroso di quello che la sua natura di animale domestico gli ha imposto.

Ma il vero cruccio di Aprile è un altro.

Anche in questo caso, interviene l’astuzia a salvare il più debole da una fine certa, consentendogli addirittura la realizzazione del suo sogno.

Costellato di illustrazioni geniali (il pesce rosso, ma così rosso, che è corredato di etichetta per il lavaggio altrimenti stinge; la meta esotica che altro non è che una boccia di Parigi con la neve ; la cresta da squalo indossata come accessorio punk; il “viaggio interiore” nelle fauci del gatto) Aprile il pesce rosso è un racconto semplice e agrodolce in cui immagini e testi si completano a vicenda, suggerendo una lettura ora onirica ora tragicomica della vita del piccolo protagonista. Consigliato a giovani lettori da 5 anni in su e a genitori che ne sappiano cogliere la graffiante ironia.

Graffiante come l’inconfondibile stile di Marjolaine Leray, che traccia e colora i suoi personaggi con un segno a pastello deciso e volutamente “sporco”, che come le didascalia e i dialoghi al vivo ricorda da vicino la forza espressiva del disegno infantile.

Immagini e testi sono pubblicati per gentile concessione della casa editrice. Tutti i diritti riservati.

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