Ci lascia un Maestro.

Creato il 29 novembre 2011 da Cirano2
Un Maestro ci ha lasciato. Vittorio De Seta non è più. Rimane il suo occhio della cinepresa fisso sul mondo arcaico, del quale ha raccontato con arte e sensibilità le storie degli umili. Contadini, pescatori, braccianti, banditi, umili "cafoni" del Sud travolti dall'avanzare del progresso.
Ho avuto la fortuna di lavorare con De Seta sul set di "In Calabria", la Terra che scelse come sua musa elettiva e nella qualche è morto poche ore fa.
Un'esperienza lontana nel tempo, allora avevo da poco finito il mio servizio civile, ma che rimane come traccia indelebile per comprendere oggi l'amore che ho per la settima arte.
Le sue ultime parole sono monito, insegnamento e sprone:
"Tutto il Sud è stato rimosso, dopol’Unità sono state adottate tecniche di guerra civile: trentamila morti indieci anni di lotta al brigantaggio. Questo lutto non è stato elaborato mai.Siamo stati colonizzati, considerati inferiori. Questa matrice non è mai stataestirpata. Ma sono ottimista, perché vedo che anche se i calabresi espatriano,anche se c’è un’altra Calabria all’estero fatta di due milioni di persone, poiritornano, mantengono un legame forte e soprattutto conservano una cultura cheè fatta di valori, di dignità di solidarietà, cose che al Nord stannoscomparendo. Guardando al futuro io credo che sia questo il nostro capitale.Dobbiamo solo riacquistare il senso della nostra identità, capire chi siamo,rivalutarci rispetto alle denigrazioni che sono state sempre fatte in questi150 ani di unità. Occorre però che i calabresi vengano aiutati a liberarsi daquesto complesso d’inferiorità terribile che si portano addosso. Sono certo,alla fine saremo liberati”.
Vi propongo due squarci della sua opera che non possono lasciare insensibili:
- Lu tempu de lu piscispada del 1954.
- Diario di un maestro andato in onda sulla Rai nel 1972, quando la televisione era un servizio pubblico.



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