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Ci risiamo. Arriva la fatwa per il regista e gli attori del film su Maometto

Creato il 19 settembre 2012 da Iljester

Ci risiamo. Arriva la fatwa per il regista e gli attori del film su MaomettoMentre non accennano a placarsi le proteste islamiche per il film “Innocence of Muslims” (“L’innocenza dei musulmani”), è arrivata puntualmente la fatwa di morte contro il suo regista, il copto-canadese Nakhoula Basseley Nakhoula, per gli attori del film “blasfemo” su Maometto (in realtà un semplice video di YouTube della durata di 14 minuti) e per coloro che l’hanno promosso (tra i quali figura anche il reverendo Terry Jones, noto a per aver bruciato, nel 2011, alcune copie del Corano).

Ad emettere l’editto religioso islamico (formula che non necessariamente invoca l’omicidio), l’imam salafita egiziano Ahmad Fouad Ashoush, come ha scoperto il sito d’intelligence americano “Site”: la fatwa circola già su siti jihadisti, con l’esortazione ai «giovani musulmani perché diano a questa gente ripugnante una lezione tale che la possano capire tutte le scimmie e i maiali in America ed Europa»e l’altisonante incoraggiamento «possa Allah guidarvi verso il successo».

Ci risiamo. Arriva la fatwa per il regista e gli attori del film su Maometto

Ciò perché, come ha spiegato il neopresidente egiziano, il Fratello musulmano Mohamed Morsi (il quale stato accolto in pompa magna in Italia il 14 settembre), Maometto è per i musulmani una “linea rossa che non si può superare”. Già, peccato che nessuno di coloro che stanno dietro al film, sia musulmano: perciò non può ritenere “blasfemo” il criticare o il prendere in giro un profeta che non riconosce.

Inoltre, com’è noto, il caso de “Innocence of Muslims” è decisamente ben lungi dall’essere il primo ad “offendere” i suscettibili integralisti islamici. In questi giorni è stata persino reiterata la famosa fatwa contro l’autore dei “Versetti Satanici”, Salman Rushdie, che niente ha a che fare con il “film” sul Profeta dell’islam. 

Nella Tunisia dominata dal partito integralista En-Nahdha, poi, rischia di diventare legge una proposta sull’ “offesa del sacro tramite rappresentazione”: essa riguarda teoricamente tutte e tre le religioni monoteiste (le uniche in qualche modo riconosciute dall’islam), ma ovviamente l’islam stesso in particolare. Il che vuol dire mettere il bavaglio a chiunque voglia criticare, anche attraverso l’arte o la satira, la religione e persino l’integralismo islamico. Molti artisti tunisini l’hanno compreso e si stanno ribellando (per quanto deprechino il film americano su Maometto). 

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Dunque l’Occidente sbaglia, se ritiene di essere l’unica vittima della censura islamica, poichè quelli principalmente colpiti sono i musulmani stessi; d’altra parte i musulmani, anche i più moderati, hanno rifiutato la critica di Maometto proposta dal video. Una critica di cui l’islam avrebbe tanto bisogno. Perché la libertà d’espressione ( e persino di satira) non dovrebbe essere considerata soltanto un “valore occidentale”, ma un valore universalmente “salutare” (tant’ è che è sentito di fatto anche da parte dei musulmani). Un valore, anzi il valore, che si oppone all’abominio delle fatawa (pl. di fatwa) portatrici di morte.


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