Ci sono collegamenti tra la cocaina e il cannibalismo

Creato il 20 gennaio 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

La cocaina è una sostanza che consuma drammaticamente i neuroni e c’è un filo conduttore che la porta ad essere causa di cannibalismo

Uno studio americano rivela: “E’ un suicidio di cellule che si degradano”

L’uso incontrollato di cocaina porta inevitabilmente alla distruzione di un numero incalcolabile di neuroni. E’ un’ autodistruzione senza via di uscita, in quanto i neuroni sono le uniche cellule che non si possono riprodurre e che dunque una volta uccise non possono più essere recuperate in termini di tempistiche di vita media dell’uomo.

Photo credit: Imagens Evangélicas via Foter.com / CC BY

Si innesca un processo di autofagia. La cocaina distrugge le cellule del cervello che divora, sotto l’effetto di questa sostanza tossica, i suoi stessi neuroni in una sorta di atto cannibale.

La scoperta è da attribuire agli studi effettuati da ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine (Batimora, Maryland) e la pubblicazione dei risultati è stata fatta su Proceedings of the National Academy of Sciences.

E’ stato testato sui topi: “Si tratta di un processo che avviene quando le cellule si auto-divorano: una sorta di suicidio delle cellule stesse, che si degradano, ripulendosi, eliminando automaticamente quelle parti all’interno della cellula stessa che vanno sostituite. Ma nel caso dell’assunzione di dosi di cocaina, questa sorta di pulizia accelera e invece che rimanere in una fase di semplice svuotamento delle parti inutili della cellula finisce per eliminarla del tutto”.

L’uso della cocaina è, negli ultimi 50 anni, arrivato ad un punto di non ritorno.

Si stima che l’azienda della cocaina sia la prima al mondo. Se fosse considerabile l’industria della cocaina come quella di uno stato, avrebbe il Pil di uno dei maggiori al mondo.

Roberto Saviano, noto giornalista italiano, nel suo ultimo libro inchiesta dal titolo “Zero Zero Zero” svela tutti i segreti del commercio e riporta alcuni studi psicologici sui produttori e sui trafficanti di questa sostanza, accostando le loro personalità a quelle dei più grandi “squali” della finanza.

Un mondo, quello del cannibalismo, forse metaforicamente ribaltabile a quello della società di tutti i giorni, ma che con l’uso eccessivo di questa sostanza, potrebbe non fermarsi alla mera metafora.

S.C.

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